giovedì 10 aprile 2014

Renzi continua a fare sul serio

Editoriale Radio Onda Libera del 9 aprile 2014

La finanziaria targata Renzi prevede tante cose, tante buone notizie. In ordine, il taglio dell'Irpef per 6,7 miliardi, tagli della spesa pubblica per 4,5 miliardi; 2,2 arriveranno dal maggiore gettito Iva (una tantum) e dall’aumento della tassazione sulle plusvalenze derivanti dalle rivalutazioni delle quote Bankitalia. Fissato il tetto di 238mila euro agli stipendi dei manager pubblici. Il pil è dato a +0,8% quest'anno. 
Ecco questa in sintesi la fotografia del Def (Documento di economia e finanza) varato ieri sera dal consiglio dei ministri. Prima di entrare nel merito e guardare gli effetti, non capiamo perché ogni governo cambia il nome della finanziaria. Boh, sarà una questione solo formale, lessicale, ma quello che conta è la sostanza, i numeri. Comunque la prima novità è che anche la pubblica amministrazione dovrà iniziare a stringere la cinghia.
Andando avanti, l'altra novità riguarda il bonus di 80 euro al mese ai dieci milioni di lavoratori dipendenti che guadagnano meno di 25mila euro lordi all’anno. E questo grazie al taglio dell'Irpef. Il governo ha in mente anche il taglio dell'Irap, l'imposta regionale sulle attività produttive, e i solidi arriveranno dall'aumento della tassazione sulle rendite finanziarie  la cui aliquota passerà dal 20 al 26 per cento.
Ma il capitolo che ci piace di più è quello sui tagli alla politica e alle spese. Finalmente diciamo noi. Perché veramente non se ne può più di sprechi del pubblico, a tutti i livelli. Pensate che ogni regione può spendere come gli pare per esempio nel settore della sanità; una siringa può costare 10 in Lombardia e 80 in Calabria, sempre per esempio. Centralizzare e uniformare i costi per l'acquisto di beni e servizi sarebbe un passo avanti sulla via del risparmio.
Le amministrazioni pubbliche dovranno garantire risparmi per circa 800 milioni tagliando le spese improduttive. Per quanto riguarda gli enti inutili, il primo a finire nel mirino è il Cnel  Oltre alla riforma del Senato, poi, il governo studia come ridurre le spese delle altre principali istituzioni: Palazzo Madama, Camera e Quirinale in testa.
Senza dubbio questo governo sta facendo qualcosa, e se riesce a eliminare un po' di sprechi e privilegi, merita l'approvazione.


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