Editoriale Radio Onda Libera del 16 aprile 2014
"A Perugia c’è una liberalizzazione di fatto degli stupefacenti. Una liberalizzazione illegale". E' quanto sostiene la commissione d’inchiesta della Regione su mafie e tossicodipendenza nella relazione 2014 su consumo e narcotraffico in Umbria, presentata ieri mattina. Una fotografia del mercato regionale, un’analisi di offerta e domanda, scattata sulla base delle audizione di forze dell’ordine e operatori del sociale in Commissione.
Da sottolineare anche quella "zona grigia" di proprietari immobiliari, avvocati e imprenditori che lucrano e favoriscono la presenza della manovalanza dello smercio di droga nel capoluogo. Il mercato di Perugia viene definito "tra i più pericolosi" e cosa singolare scoperta dagli investigatori è che nel capoluogo gli spacciatori tunisini hanno riprodotto una guida con le vie e le piazze del loro paese, allo scopo di rendere più agevole lo spaccio. E' stato rilevato che il bagaglio professionale del pusher è contenuto nelle schede sim dei telefonini cellulari con tutti i nomi dei clienti e di solito la consegna della droga avviene in piccole dosi per evitare l'accusa di spaccio in caso di fermo. A proposito dei tipi di droghe, c'è da salutare l'aumento di stupefacenti chimici e il ritorno dell'eroina sulla piazza perugina.
E veniamo alle proposte elaborate dalla commissione: un osservatorio regionale sulle illegalità, un sito web e anche un intelligence contro le infiltrazioni mafiose e sulle organizzazioni dedite alle sostanze stupefacenti.
Fin qui la notizia. Ora qualche riflessione. Il problema della droga è serio, forse bastano poco le commissioni che elaborano proposte che a volte restano sulla carta. Intanto la gente, i giovani, continuano a morire per un po' di droga. Sicuramente è una questione culturale, bisogna insegnare ai giovani che drogarsi significa uccidersi. Soltanto riuscendo a inculcare nelle giovani menti questo concetto allora si risparmieranno delle vite.
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