martedì 1 aprile 2014

I grandi numeri della povertà


Editoriale Radio Onda Libera del 31 marzo 2014

Povertà e crisi economica. La Caritas con il suo tredicesimo rapporto ha diffuso gli ultimi dati, quello più significativo è che aumentano gli italiani poveri. Sono stranieri nel 61,8% dei casi ma al Sud a chiedere aiuto sono soprattutto gli italiani che rappresentano il 59,7% del totale. Le categorie in maggiore difficoltà sono le donne, i disoccupati e le persone separate. Questa la fotografia scattata dall'osservatorio privilegiato dei centri di ascolto Caritas - 2.832 sportelli sull'intero territorio nazionale - fotografia che denuncia un aumento delle richieste di aiuto e l'allungamento della fila delle persone che vi si rivolgono.

Un fenomeno di tali dimensioni che ''non permette a tutte le persone in difficoltà di essere prese in carico''. E' confermata la crescente presenza degli italiani, che in alcuni casi raggiungono e superano la maggioranza assoluta. Non solo: ceto medio e gruppi sociali tradizionalmente estranei al disagio sociale sono sempre più coinvolti dalla vulnerabilità economica. La situazione è ovviamente più critica al Sud ma dappertutto entrano nelle classifiche i nuovi poveri, i separati e i divorziati che per garantire gli alimenti non riescono a provvedere all'acquisto dei beni di prima necessità e scendono così dalla classifica degli abbienti.
In generale, il 61,8% sono stranieri; tranne al Sud dove invece col 59,7% prevalgono italiani. Il 54,4% è donna, il 61,3% disoccupato,il 15,4% separato o divorziato, il 6,4% analfabeta. Il 59,2% chiede aiuto per povertà economica; il 47,3% per problemi di lavoro (47,3%), il 16,2% per quelli abitativi (16,2%). Il 34% degli utenti richiede beni e servizi materiali, il 26,8% l'attivazione e il coinvolgimento di soggetti ed enti terzi (26,8%), il 10,3% orientamento a servizi o informazioni su misure/prestazioni socio-assistenziali. Il 10,7% chiede un aiuto economico in modo esplicito. E ora qualche numero giusto per capire la dimensione del fenomeno. Nel 2013 gli interventi sono stati 767.000: 61.525 interventi materiali, 92.484 per l'orientamento o la consulenza. 27.630 i volontari dei servizi socio-assistenziali e sanitari promossi dalle Caritas diocesane.
Fin qui l'identikit del nuovo povero, e anche le cifre per rendersi conto di quanto sia ampio e profondo il problema. E' ovvio che tale situazione sia connessa alla crisi economica e che solo alleggerendo la sua portata, creando sviluppo e riducendo la disoccupazione, la povertà potrà diminuire, le condizioni potranno migliorare. E ancora una volta è chiamata alle sue responsabilità la politica e con essa la classe imprenditoriale e dirigente del Paese. Solo se ci sarà uno scatto del genere potremo avere una speranza, la speranza del cambiamento.

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