giovedì 17 aprile 2014

L'Europa che ci piacerebbe

Editoriale Radio Onda Libera del 17 aprile 2014

Europee, ieri sera è scaduto il termine per la presentazione delle candidature. Dopo giorni di "corse", dubbi e riflessioni interne ai partiti, sono state riempite le caselle dei nomi per un posto nelle cinque circoscrizioni in cui è stata suddivisa l'Italia. Tante le curiosità, Dall'inventore del metodo Stamina, Davide Vannoni, al giornalista Cecchi Paone (Fi); da Alberto Torreggiani (FdI), figlio del gioielliere ucciso a Milano, a Caterina Chinnici (Pd), figlia del giudice Rocco, ucciso dalla mafia nel 1983. 
Non mancano i ministri in campo o i ritorni come quello di Clemente Mastella (che si presenta per Forza Italia nella circoscrizione meridionale) e chi ha sciolto la riserva solo all'ultimo momento come Giuseppe Scopelliti (Ncd). Non mancano poi gli eurodeputati uscenti, gli sportivi o i personaggi della tv. Nella circoscrizione del centro non mancano i voti noti. Il Pd schiera per la maggior parte deputati e professionisti, mentre M5S segue le indicazioni espresse dalla rete. Forza Italia riconferma Tajani e Bartolozzi e chiama in causa anche l'ex campione del mondo Giovanni Galli e Paolo Guzzanti. Il Ncd e Scelta Europea scelgono due ministri come capolista, Beatrice Lorenzin da una parte e Stefania Giannini dall'altra, mentre i Verdi candidano il volto noto della tv Syusy Blady, affiancandola ad ambientalisti ed esperti di green-economy. 
Fin qui le curiosità. Ora un breve commento su queste elezioni. Come ogni campagna elettorale i candidati macinano chilometri ed elargiscono promesse su tutto. Poi una volta finite, chi s'è visto s'è visto. Adesso dobbiamo rassegnarci a sentire tante chiacchiere sull'importanza dell'Europa nella nostra vita, su quanto è importante il parlamento europeo, quanto contano Bruxelles e Strasburgo. Ogni volta la stessa storia, si ripete lo stesso ritornello. Tutti siamo d'accordo sulla rilevanza dell'Europa ma ci piacerebbe che l'Europa facesse qualcosa per noi tutti i giorni, che i parlamentari europei si facessero vedere più spesso che ogni cinque anni.

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