venerdì 4 aprile 2014

E' realtà la riforma delle Province

Editoriale Radio Onda Libera del 4 aprile 2014

La riforma delle Province è legge, via libera dalla Camera dei deputati con 260 si, 158 no e 7 astenuti. L'abolizione finale dopo la modifica della Costituzione. Il testo è rimasto identico a quello del Senato. Così nei tempi previsti è arrivata l'approvazione definitiva del disegno di legge Delrio su città metropolitane, Province, unioni e fusioni di comuni. A favore hanno votato Pd, Nuovo Centrodestra, Scelta Civica e Popolari per l'italia. Contro Fi, M5S, Lega, Sel e Fratelli d'Italia.
Si ridisegnano così confini e competenze dell'amministrazione locale in attesa della riforma del Titolo V della Costituzione, l'ultimo passo prima dell'abolizione delle Province che intanto diventano enti territoriali di area vasta, di secondo grado, quindi non più elettivi. Dal 2015, poi, le città metropolitane subentreranno alle province omonime (sindaco metropolitano sarà il sindaco del comune capoluogo).
La bagarre in Aula. Durante la votazione più volte il capogruppo di Fi Renato Brunetta ha urlato "Golpe! Questo è un golpe! Votiamo compatti no". Dopo il voto, dai banchi del Pd si è levato un applauso. Le proposte di modifica presentate dalle opposizioni son state tutte respinte. Il testo era dunque identico a quello licenziato dal Senato, il 26 marzo scorso, con un maxiemendamento, su cui il governo ha chiesto la fiducia.
Nel merito va detto che a parte il superamento delle province, la nuova legge prevede anche la modifica del numero dei consiglieri e degli assessori comunali. E questo potrebbe essere l'unico neo. Comunque il giudizio non può che essere positivo dal momento che dopo tanti anni di chiacchiere finalmente la politica comincia a produrre qualche fatto. A maggio, il giorno dell'election day voteremo solo per le europee e i Comuni, non più per le Province. Quasi tremila i posti in meno per i politici che devono pensare seriamente al proprio futuro, magari andare a lavorare. Quindi la novità è apprezzabile, da plaudire e soprattutto da sottolineare con soddisfazione perché va dato a Cesare quel che è di Cesare, quindi a questo governo la capacità di aver portato a casa una riforma per nulla scontata.

Nessun commento:

Posta un commento