domenica 27 aprile 2014

Comuni ed Europa:
è corsa alla poltrona

Il punto del direttore del 27 aprile 2014

Un mese di campagna elettorale, di santini e manifesti, di chiacchiere in libertà e di promesse incartate. E' quello che ci aspetta da qui a trenta giorni. Ed è ciò che succede ogni volta che si vota. Quest'anno con il multimediale che impazza sarà anche peggio, tra post sui social network, newsletter e sms a pioggia grazie ai piani tariffari superconvenienti. Il 25 maggio si sceglieranno i nuovi sindaci e i nuovi consigli comunali in 68 comuni della regione e si eleggeranno anche i deputati della circoscrizione del centro per il parlamento europeo.
Le amministrative sono sempre un test importante perché più sentite e più vicine ai cittadini per una serie di motivi, dalla conoscenza diretta dei candidati alle questioni concrete che arrivano sui tavoli dei municipi. Di conseguenza la campagna elettorale è caratterizzata da un numero maggiore di polemiche e di veleni, a differenza di quella delle europee che viaggia su un livello più alto dal punto di vista dei programmi ma accende meno gli animi per le scarse probabilità di riuscita dei candidati locali. Comunque su che tipo di campagna elettorale sarà non c'è da farci grandi scommesse dal momento che in queste occasioni, ed esattamente per 4-5 settimane ogni quinquennio, si riscopre la passione per la politica e poi una volta chiuse le urne gli eletti (e non) vengono affetti da profonde amnesie, dimenticandosi tutto ciò che hanno detto e stradetto per acchiappare qualche voto.
Ovviamente si tratta di un discorso generalizzato ma purtroppo è ciò che accade con puntuale periodicità da qualche tempo a questa parte. L'altra faccia della medaglia è l'accresciuto distacco della gente dalla cosa pubblica, dai partiti, testimoniato dal sempre numeroso popolo degli astensionisti. Ma il voto comunale ha un appeal indubbiamente più intrigante almeno a constatare il numero dei candidati a sindaco e delle liste collegate nei centri con oltre 15mila abitanti. Certo, le curiosità sono tante, comprese quelle di aver inserito negli elenchi dei consiglieri comunali candidati che con la città interessata non c'azzeccano nulla essendo residenti anche a centinaia di chilometri di distanza. La palma degli sfidanti spetta a Terni dove in 12 si contendono Palazzo Spada. Una squadra di calcio con riserva o la compagine degli apostoli, a suggellare l'alto tasso di litigiosità tra le forze politiche che rischia di portare la città dritta dritta verso il turno di ballottaggio. In queste ore sta prendendo piede l'appello al voto cosiddetto utile. Un modo come un altro per fare propaganda pro o contro un avversario. Perché il voto è sempre utile, non può essere considerato inutile se dato a chi non ci piace. Naturalmente osservando i fatti da un punto di vista neutrale e non di parte. Si parla di probabile ballottaggio anche nel capoluogo umbro dove i competitor sono esattamente la metà di quelli ternani. Comunque l'eventualità di non affermazione al primo turno è fondata in tutti i paesi con oltre 15mila abitanti, non c'è niente di sconvolgente e il metterla o meno in conto rientra in una strategia o anche nella scaramanzia.
Spostando il discorso al voto europeo, è auspicabile che l'Umbria elegga un suo rappresentante ma considerati i numeri ridotti degli elettori e la vastità della circoscrizione il fatto appare non proprio a portata di mano. A prescindere da chi e per chi andrà a Bruxelles, due considerazioni vanno espresse. La prima, l'Europa è ancora troppo lontana dai cittadini, ne è conferma la pochezza del dibattito non solo da noi per la verità, nonostante le scelte comunitarie influenzino e condizionino la vita quotidiana di tutti gli stati membri dell'Unione. La seconda è più che altro una raccomandazione, proprio per la difficoltà di avere un parlamentare europeo di casa nostra, e cioè che chi sarà eletto nella circoscrizione non abbandoni questa terra, non sparisca per cinque anni dopo aver preso i voti.

anna.mossuto@gruppocorriere.it
www.annamossuto.it

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