domenica 29 settembre 2013

Quando la politica
perde il buon senso

Il punto del direttore del 29 settembre 2013

La politica sembra una macchina impazzita, sta vivendo una fase convulsa a dir poco e percorre un tragitto tipo montagne russe. Ultimamente di giorno in giorno, di ora in ora, si sono registrati colpi di scena e scombussolamenti che hanno messo a repentaglio la stabilità, gli assetti, il governo. E anche la pazienza.
Le larghe intese, fatte più per necessità che per scelta, stanno esalando gli ultimi respiri, anzi si può dire che la bombola dell'ossigeno è stata chiusa. L’autunno che si scommetteva caldo per le vertenze e per l’economia si sta rivelando bollente per le forze politiche.

La spina all'esecutivo è stata staccata con le dimissioni dei ministri del Pdl, si è quindi  formalmente aperta la crisi. Il retroscena è stato quello del rimpallo di responsabilità, chi doveva passare come il killer di turno. Via con la prima idea, le minacciate dimissioni di massa dei parlamentari del Pdl se pur con qualche défaillance. A cui il Pd ha risposto recuperando una compattezza sul tema delle regole del congresso. Il tutto in attesa della verifica, della fiducia che dovrà decretare la fine del governo Letta o una nuova maggioranza per portare a casa due cose, la legge di stabilità e la legge elettorale. Prima di far saltare il banco e arrivare a nuove elezioni. Ecco questo il quadro generale.
Di grande confusione e incertezza. All'interno delle dinamiche nazionali si snodano i movimenti locali. Succede dappertutto, dal nord al sud della penisola.
Anche in Umbria, alle prese con le fibrillazioni, gli ultimatum e le ambizioni di chi vuole candidarsi in qualche posto.Le aspirazioni più vicine, più prossime sono quelle che riguardano le amministrative di primavera.
Per questo appuntamento il tourbillon di nomi è già partito con accelerazioni e frenate, a seconda del clima che si vive nei palazzi romani. Il Pd che governa insieme alle altre forze di centrosinistra la maggior parte dei comuni della regione è alle prese con il dilemma primarie sì e primarie no, primarie anche per i sindaci al primo mandato oppure no. E qui la battaglia è veramente combattuta perché le poltrone saranno di meno nei vari consigli comunali, perché gli aspiranti sono tanti, perché i criteri per l'individuazione sono diversi, perché gli equilibri del nazionale influenzeranno le decisioni locali. Insomma il Pd si appresta a vivere un tour de force incredibile per quanto riguarda l'elezione degli organismi, dalla scelta del segretario nazionale ai segretari provinciali per poi arrivare entro marzo ai segretari regionali. Proprio a ridosso delle candidature per le amministrative. Questo ovviamente se non ci saranno elezioni nazionali che a quel punto rimetterebbero in discussione tutto.
Anche dall’altra parte della barricata le acque non sono tranquille. Da registrare innanzi tutto la sostituzione del nome del Pdl con quello resuscitato di Forza Italia, al gruppo in consiglio regionale. Nei prossimi giorni a cascata nei vari consessi. Per quanto riguarda le candidature è stata tracciata una road map di incontri nei comuni più grandi per confrontarsi sulle stesse. La prima si è svolta a Foligno, la seconda è saltata. Ma il cammino è stato individuato, dove porterà lo sapremo solo più avanti. Alla voce organigramma invece è silenzio, si attende da mesi l’ufficializzazione dei componenti del coordinamento regionale, di nomi ne girano parecchi, forse tutti scritti a matita per cancellarli meglio e poi riscriverli. Ma questo, di fronte a quello che sta accadendo, non è il primo problema del Pdl ora Forza Italia. Del resto l’assetto interno del partito, nato solo per volontà del leader, non è mai all’ordine del giorno. A Roma come a Perugia.
La situazione politica ha impresso proprio nel pomeriggio di ieri un'accelerata con le dimissioni dei ministri berlusconiani. Ora si paventano scenari che non fanno il bene del Paese. Di tutto gli italiani hanno bisogno tranne di una crisi di governo. Eppure basta poco per ridare un po' di fiducia, oltre al buon senso e alla buona volontà basta un’ora di tempo. Per cambiare la legge elettorale e poi ridare la parola al popolo.
anna.mossuto@gruppocorriere.it
www.annamossuto.it

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