Editoriale Radio Onda Libera del 26 settembre 2013
Colpo di scena, il Pdl ha abbracciato la linea dura, quella dei falchi. che
significa dimissioni in bianco di tutti i parlamentari. Dimissioni che
resteranno congelate fino al 4 ottobre, il giorno che il la Giunta del Senato
voterà la decadenza di Berlusconi. I vertici del partito e il Cavaliere
hanno deciso, quindi, di rialzare nuovamente il livello di tensione, dopo giorni
di "apparente" calma.
Ma c'è chi, tra i fedelissimi dell'ex premier, spiega che
il rinnovato annuncio delle dimissioni di massa dei parlamentari è più un
segnale chiaro indirizzato al Colle, a Letta e al Pd, che una mossa per far
precipitare subito la situazione. Quindi c'è chi sostiene che si tratta
di un bluff del Pdl per spaventare il Quirinale, il Pd e tutto il resto dei
partiti. E alla fine prevarrà il senso di responsabilità. Questa è
soltanto una tesi che però non troverebbe tanto accoglimento a meno che qualcuno
non ci rimetterà la faccia. Ma questo è un altro discorso.
Ora vediamo
le conseguenze sul governo. Napolitano ha detto chiaramente anche all'inizio del
suo mandato che non scioglierà le Camere con questa legge elettorale. A costo di
andarsene dal Colle.
Se le dimissioni del Pdl saranno confermate sarà
crisi di governo e il Pd proverà a cercare una nuova maggioranza in Parlamento
ma è un'impresa difficile. La sensazione è che alla fine dei giochi far cadere
il governo fa comodo anche al Pd che allungherebbe o eviterebbe addirittura in
tempi brevi il congresso che sarebbe un regolamento di conti. Insomma il killer
di Letta sarebbe il Pdl per difendere il proprio leader, ma il sospetto è che a
sparare sarebbero in due.
Comunque al di là della dietrologia, va detto
che questo che sta succedendo è l'ennesimo attacco, l'ennesima ferita alla
credibilità della politica. Che pensa solo ai suoi esclusivi interessi e per
nulla al bene del Paese.
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