Editoriale Radio Onda Libera del 5 settembre 2013
Il governo è a rischio. Ormai se ne parla in ogni momento, in ogni programma
televisivo, il tema è su tutti i giornali. Berlusconi è in un angolo, lunedì
potrebbe essere il giorno decisivo perché la giunta del senato deve decidere
sulla sua decadenza da senatore. Il Cavaliere è agitato e preoccupato,
è soprattutto perplesso sulle mosse da fare. Vorrebbe far saltare il banco,
quindi il governo Letta, facendo ritirare i ministri Pdl ma è consapevole che
il presidente della Repubblica non scioglierà le camere mandando il Paese al
voto con questa legge elettorale.
Insomma il leader del Pdl condannato
in via definitiva per frode fiscale rischia di vedersi espulso dal Parlamento. E
questo proprio non riesce a supportarlo. Quindi minacce e ultimatum, poi passi
indietro, una sorta di stop and go. Ma lunedì si avvicina e la paura aumenta.
Tanto che è di oggi la notizia che Berlusconi abbia già registrato un video
messaggio di attacco alla magistratura e quindi di rottura.
Del resto è
innaturale, oltre che inimmaginabile, che il governo di larghe intese possa
continuare a vivere, il Pd non può salvare con un voto a favore il nemico di
sempre, la base si rivolterebbe contro i dirigenti, di conseguenza il matrimonio
con il Pdl pare destinato a finire. Ma Berlusconi non otterrebbe il voto
in autunno sia perché come detto Napolitano non lo asseconderebbe sia perché
una nuova maggioranza potrebbe formarsi dando vita magari a un Letta bis e
sarebbe interessante conoscere i nomi dei pidiellini pronti a tradire il gran
capo.
In conclusione il Paese è legato al destino di un uomo, e tutto
pare bloccato sull'agibilità politica di Berlusconi, anche se questi termini
sono incomprensibili perché la vicenda è di una semplicità estrema: le sentenze
le fanno i giudici e si rispettano. Punto e basta. La cosa positiva è che per
fortuna la questione è arrivata al capolinea. Ancora pochissimi giorni e la
situazione si sbloccherà. In un verso o nell'altro.
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