Editoriale Radio Onda Libera del 9 settembre
Mentre il mondo è in apprensione per il rischio imminente di una guerra - sabato
sera 100mila persone hanno vegliato e pregato a San Pietro con il Papa per la
pace - in Italia l'argomento principe è la decadenza di Berlusconi dal seggio
del Senato. E finalmente è arrivato anche il giorno "x". Oggi iniziano i
lavori della giunta e lo scontro è inevitabile. Non si voterà subito, si
parlerà, si chiariranno le posizioni e il Pdl chiederà la sospensione del voto
mentre Pd e Movimento 5 Stelle non mostrano alcuna apertura.
La giunta
dovrà decidere se sospendere i lavori in attesa del ricorso alla Consulta per i
profili di incostituzionalità della legge Severino e addirittura il ricorso alla
corte di Strasburgo per i diritti dell'uomo.
Al di là se si decide
qualcosa stasera o tra qualche giorno, le posizioni sono nette, nettissime. E il
destino di Berlusconi pare ormai segnato. Dopo la condanna definitiva a 4 anni
per frode fiscale, la legge prevede la decadenza dal ruolo di senatore. Quindi
l'eliminazione politica del leader del centrodestra.
Le reazioni e le
conseguenze possono essere le più diverse, il pericolo immediato è la caduta
del governo Letta perché le larghe intese non si reggono se uno dei due partiti,
il Pdl, si sente colpito dal partner, il Pd. Anche se il premier si dichiara
fiducioso per il suo esecutivo, ci tiene a dire che la questione decadenza
riguarda il Parlamento e solo la giunta potrà decidere in merito.
Da
ricordare poi che Berlusconi potrebbe fare qualche mossa, dal ritirarsi dalla
politica alla richiesta di grazia, oppure spingere per le elezioni o ancora
dilungare i tempi.
Comunque bisogna soltanto aspettare per sapere come
questa partita si concluderà. Nella speranza che intanto si lavori per il Paese
e non si continui a traccheggiare.
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