Editoriale Radio Onda Libera dell'11 settembre 2013
Vista la situazione politica nazionale, ci concentriamo su una questione di casa
nostra. E' esploso anche in Umbria la questione giustizia, nel senso della
riorganizzazione degli uffici giudiziari che scontenta pezzi interi della
nostra regione. La riforma dei tribunali è alle porte, ma in Umbria è
ancora tutto in altissimo mare. E gli avvocati sono sul piede di guerra e
promettono una battaglia a suon di ricorsi al TAR.
Il consiglio dell’ordine
degli avvocati di Perugia chiede che il presidente del tribunale e il presidente
della corte d’appello facciano richiesta al ministero per una deroga
sull’utilizzabilità delle sezioni in procinto di essere soppresse (Todi, Gubbio,
Città di Castello, Assisi, Foligno e Orvieto). Solo il ministro può dare
il suo placet per la deroga. Intanto, a causa dell'agitazione degli avvocati le
prime udienze civili fissate a ridosso in questa settimana sono già state
rinviate tra dicembre e gennaio.
Su questa protesta si stanno muovendo
anche i politici. la prima a far sentire il suo appoggio è stata la presidente
della Regione, Catiuscia Marini, che invoca dei correttivi alla nuova geografia
giudiziaria. Intanto anche i sindaci delle città interessate si sono
mossi e hanno scritto una lettera ai presidenti del tribunale e della corte
d’appello per ribadire la loro disponibilità per utilizzo delle attuali sedi
giudiziarie. Anche a costo di sobbarcarsi le spese per lo svolgimento
dell'attività.
Fin qui i fatti accaduti nelle ultime ore. Ora qualche
breve, brevissima considerazione. Come al solito le riforme vengono studiate,
elaborate e approvate quasi nel disinteresse di tutti. Poi quando si passa alla
fase dell'attuazione ecco le proteste, i sit in, gli appelli. Ma non si poteva
intervenire prima? Non si potevano gridare a gran voce le criticità di questo
riordino? L'Umbria aveva tutto il tempo e il modo per far sentire la sua
contrarietà. Invece di far finta di niente.
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