venerdì 27 settembre 2013

All'Umbria serve un piano industriale

Editoriale Radio Onda Libera del 24 settembre 2013

I lavoratori della ex Merloni vogliono incontrare Papa Francesco. Lo hanno detto chiaramente durante la protesta per l'annullamento della vendita della fabbrica. Erano in oltre 200 ieri davanti ai cancelli a Nocera Umbra insieme ai rappresentanti sindacali. E' stato fatto il punto della situazione ribadendo "l’avvio di una mobilitazione iniziata e che continuerà".
E' stata espressa forte contrarietà alla sentenza del tribunale di Ancona che secondo i sindacati "privilegiando gli interessi delle banche mette a rischio centinaia di posti di lavoro".
Intanto sale la tensione e anche la preoccupazione tra i lavoratori che chiedono soltanto di lavorare, di sopravvivere. E per far sentire la propria voce hanno pensato di incontrare Papa Bergoglio, che il 4 ottobre verrà in visita ad Assisi, a cui rappresentare la propria situazione. L'idea è venuta dopo l'incontro con i cassaintegrati e disoccupati di Cagliari quando il Pontefice ha gridato che il lavoro è anche dignità.
Nello stesso tempo si attende un primo pronunciamento del governo per capire come sbloccare una situazione tornata indietro di due anni perché con l'annullamento della vendita siamo a punto e a capo. E a rischio ci sono duemila posti solo sul versante umbro, altrettanti in quello marchigiano.
Questa la situazione della ex Merloni. Ma il quadro non è affatto migliore per le altre aziende della regione, dalla Sangemini al polo chimico di Terni, alla Acciaierie alle piccole imprese. Forse è il caso di preparare un piano industriale complessivo che tenga conto delle condizioni attuali ma anche in grado di immaginare prospettive e scenari futuri. Soltanto governando la crisi e individuando soluzioni si possono salvare posti o anche creando nuovo lavoro.

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