Editoriale Radio Onda Libera del 24 settembre 2013
I lavoratori della ex Merloni vogliono incontrare Papa Francesco. Lo hanno detto
chiaramente durante la protesta per l'annullamento della vendita della fabbrica.
Erano in oltre 200 ieri davanti ai cancelli a Nocera Umbra insieme ai
rappresentanti sindacali. E' stato fatto il punto della situazione
ribadendo "l’avvio di una mobilitazione iniziata e che continuerà".
E' stata
espressa forte contrarietà alla sentenza del tribunale di Ancona che secondo i
sindacati "privilegiando gli interessi delle banche mette a rischio centinaia di
posti di lavoro".
Intanto sale la tensione e anche la preoccupazione tra
i lavoratori che chiedono soltanto di lavorare, di sopravvivere. E per far
sentire la propria voce hanno pensato di incontrare Papa Bergoglio, che il 4
ottobre verrà in visita ad Assisi, a cui rappresentare la propria situazione.
L'idea è venuta dopo l'incontro con i cassaintegrati e disoccupati di Cagliari
quando il Pontefice ha gridato che il lavoro è anche dignità.
Nello
stesso tempo si attende un primo pronunciamento del governo per capire come
sbloccare una situazione tornata indietro di due anni perché con l'annullamento
della vendita siamo a punto e a capo. E a rischio ci sono duemila posti solo sul
versante umbro, altrettanti in quello marchigiano.
Questa la situazione
della ex Merloni. Ma il quadro non è affatto migliore per le altre aziende
della regione, dalla Sangemini al polo chimico di Terni, alla Acciaierie alle
piccole imprese. Forse è il caso di preparare un piano industriale complessivo
che tenga conto delle condizioni attuali ma anche in grado di immaginare
prospettive e scenari futuri. Soltanto governando la crisi e individuando
soluzioni si possono salvare posti o anche creando nuovo lavoro.
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