Editoriale Radio Onda Libera del 25 settembre 2013
La febbre del gioco, in particolare delle slot machine, impazza anche in Umbria.
Con dati, numeri impressionanti. Ogni giorno si giocano due milioni di euro, 366
milioni in sei mesi, tra gennaio e giugno di quest'anno. Se la tendenza resta la
stessa, nel circuito delle slot entrerebbero oltre 720 milioni. Le cifre
sono fornite dai Monopoli di Stato e parlano di 266 milioni bruciati nella
provincia di Perugia e 100 in quella di Terni nelle 5.406 macchinette dislocate
nei 1.486 esercizi del territorio regionale.
Ai 366 milioni nel semestre
vanno sommati i soldi giocati per lotto, superenalotto, gratta e vinci e quelli
che spariscono in quella sacca di illegalità che purtroppo permane e dalla quale
i cittadini sono fortemente attratti, soprattutto per ciò che concerne i sistemi
on-line.
Un altro elemento significativo. Lo Stato biscazziere in Umbria
gestisce 4.080 apparecchi in provincia di Perugia (855 new slot nell’area del
comune) e 1.326 in quella di Terni; 1.110 invece gli esercizi nella prima e 376
nella seconda.
Altro capitolo quello della raccolta scommesse: in totale
in Umbria ci sono 112 punti che si occupano di sport e di ippica, dei quali 82
in provincia di Perugia.
Fin qui la scorpacciata di numeri. ora qualche
considerazione. La guardia di finanza addetta ai controlli di routine ha
parlato di una situazione non allarmante e non è molto elevato il rischio di
riciclaggio di denaro sporco.
Ma a parte questo va considerato l'aspetto
di dipendenza dal gioco, l'aspetto del gioco compulsivo. In aumento le persone
che si attaccano alle slot machine e polverizzano denaro in pochi minuti. È un
fenomeno inquietante e lo testimoniano i dati, benvengano allora le proposte di
bandire dai territori comunali la valanga di slot machine. Anche se, come
sappiamo, i divieti non sempre aiutano a eliminare le dipendenze. È anche una
questione di cultura, di sensibilità, di sostegno psicologico. Insomma il gioco
non può essere la nuova droga di chi sogna un futuro diverso.
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