domenica 5 maggio 2013

Un po’ di coraggio e voglia d’inciucio

Il punto del direttore del 5 maggio 2013

Il governo delle larghe intese è al completo, quanto durerà non si sa perché le scintille sono già cominciate. Intanto l’Umbria ha incassato due sottosegretari con deleghe di peso, l’onorevole Gianpiero Bocci del Pd all’Interno e Rocco Girlanda del Pdl alle Infrastrutture. Per la verità anche un’umbra di adozione, l’onorevole Ilaria Borletti Buitoni, di Scelta Civica, si è aggiudicata un posto nell’esecutivo di Letta, e precisamente alla cultura. Così i tre partiti che appoggiano il governissimo sono stati premiati anche per quanto riguarda la rappresentanza umbra a Palazzo Chigi.

Una perfetta operazione di equilibrio cencelliano. L’importante è che occupando quei posti si ricordino di fare anche concretamente, perché nelle parole lo hanno già dichiarato, il bene dell’Umbria.
Sono momenti difficili, delicati, ce lo hanno urlato a gran voce i sindacati nazionali che hanno scelto Perugia per festeggiare il primo maggio chiedendo di mettere il lavoro in ordine a tutte le priorità.
Ci sono aspettative per questo governo costituito in una manciata di giorni grazie al diktat di Napolitano. Dopo aver sprecato due mesi e dopo aver mandato letteralmente in frantumi il Pd.
A proposito, le fibrillazioni romane si propagano fino in periferia e non solo nel partito ma anche nelle amministrazioni. Due esempi per tutti. A Terni il segretario provinciale, non nuovo ai tira e molla, si è dimesso. Questa volta i margini di marcia indietro sembrano ridottissimi. Mario Giovannetti da un anno e mezzo ha espresso il disagio a occupare una poltrona che scricchiola, ha cercato di dare uno scossone nell’ottobre del 2011 denunciando senza mezzi termini che il Pd era un involucro vuoto gestito da gruppi e correnti. Ovviamente parlava del partito ternano, ma oggi più che mai quella frase si cala nella realtà del nazionale, del regionale e via dicendo. E il riferimento allora era limitato al territorio, questa volta il contrasto è anche con il livello regionale. Il motivo? La linea politica, le iniziative da fare, l’organizzazione, il tesseramento? Macché. Oggetto del contendere la sostituzione in giunta regionale dell’assessore Gianluca Rossi eletto al Senato. E lo scontro è arrivato fino a Palazzo Donini, fino alla stanza della governatrice Catiuscia Marini, transitando naturalmente prima per le altre anime del partito a Terni. Da non dimenticare che anche il segretario regionale Lamberto Bottini dopo la brutta figura delle primarie (era arrivato penultimo) aveva presentato le dimissioni, poi congelate, poi ritirate fino al congresso.
Insomma il Pd perde pezzi, anche da novanta, e non fa un frizzo. Anzi nell’ultima direzione non si è nemmeno sfiorato l’argomento. Ci si appropria invece dei termini che impazzano a Roma, come reggente. Colui cioè che regge il partito fino al congresso. Ma perché non uno scatto di reni da questa regione, da queste città e andare subito all’individuazione e all’elezione di un segretario? Aspettare, traccheggiare, riposizionarsi. Ecco questi sembrano i verbi più comuni di questi tempi. Ma un po’ di orgoglio, un po’ di coraggio, proprio no? Nessuno sostiene che la situazione sia semplice, anzi è veramente complicata, ma non per questo si è autorizzati ad andare in giro con gli alibi o con le foglie di fico.
Le ripercussioni di un malessere profondo arrivano fino nelle stanze delle amministrazioni. Un esempio per tutti Gubbio. Dove non è stato approvato il bilancio 2012 e ci sono solo 20 giorni di tempo per ricomporre la frattura ed evitare il rischio commissariamento. Intanto alcuni “geni” della politica nostrana stanno lavorando alacremente per esportare nella città dei Ceri il governissimo di Letta. Cioè Pd e Pdl insieme allegramente a sostenere un sindaco ostaggio delle larghe intese, alias dell’inciucio in salsa eugubina. Un’operazione del genere ha dell’inverosimile, ma in politica come è noto non bisogna mai dire mai. I vertici dei rispettivi partiti che vogliono avallare questo patto non si rendono forse conto di perdere il buon senso e di tradire gli elettori che hanno votato per una precisa e determinata coalizione. Per fortuna che la legge che disciplina l’elezione comunale non è il porcellum. Ergo, coerenza e rispetto imporrebbero il ritorno alle urne qualora la maggioranza non si ricompattasse. Altro che pastrocchio e governissimo. I cittadini, e quindi anche gli eugubini, ne hanno le scatole piene di questi giochetti. Per favore, un minimo di decenza. Grazie.
anna.mossuto@gruppocorriere.it
www.annamossuto.it

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