giovedì 23 maggio 2013

Le acciaierie sono di tutta l'Umbria

Editoriale Radio Onda Libera del 23 maggio 2013

Una notizia che dalla Finlandia arriva in Umbria come una doccia fredda. La Thyssen Krupp, le Acciaierie di Terni, è in vendita come sappiamo e la sorte di tremila lavoratori è appesa a un filo: la notizia è che le offerte finora ricevute sono inaccettabili perché troppo basse. La multinazionale Outukumpu  ricorda il rinvio del termine per finalizzare la cessione e precisa l’esistenza di un accordo tra le parti coinvolte nel processo per "non rendere noto alcun dettaglio del percorso".
La notizia è piombata in città proprio nel corso della prima delle due giornate di consiglio comunale straordinario e ha raggelato un’atmosfera che, già in avvio, dopo una relazione – chiara e dettagliata sino alla crudeltà – dell’ingegner Mario Priante, un tecnico di grande esperienza, che aveva chiaramente fatto capire come l’operazione di cessione delle acciaierie rischiasse di rivelarsi un pessimo affare, per Outokumpu "che rischia di rimetterci 400 milioni", ma anche per la comunità ternana "che potrebbe veder fortemente ridimensionato il polo produttivo locale".
E ora che succede? Quali sono gli scenari? Tanti i dubbi e le perplessità, altrettanti i timori e le paure, innanzi tutto per una strategia che vuole una politica di indebolimento del sito ternano.
Nella fabbrica di viale Brin, intanto, si accentuano i momenti di tensione e la preoccupazione per i posti di lavoro aumenta.  Per oggi è previsto uno sciopero di due ore.  Ma sarebbe opportuno che anche la politica, le istituzioni si muovessero veramente, mobilitando in modo serio ed efficace presso palazzo Chigi e l'Unione europea. L'Acciaieria di Terni è la prima azienda della regione, produce da sola oltre il 20 per cento del Pil, occupa direttamente migliaia di lavoratori, oltre all'indotto. Non difenderla sarebbe non solo un errore imperdonabile ma anche infliggere un duro colpo all'economia della nostra regione.


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