venerdì 24 maggio 2013

Contro la crisi non servono le parole

Editoriale Radio Onda Libera del 24 maggio 2013

L'ennesimo sermone sulla crisi da parte del capo degli industriali, l'ennesima predica - a proposito di predica il 4 ottobre arriverà il Papa ad Assisi - sulle riforme da fare subito. Il presidente di Confindustria Squinzi ha detto che l'Italia è sull'orlo del baratro, anzi testualmente il nord del Paese è sull'orlo del baratro. Non è che il Centro e il Sud stiano meglio, aggiungiamo noi. Anzi, qui già si lotta per la sopravvivenza.
Insomma le imprese italiane sono tornate a lanciare il loro appello al governo, insistendo che l'obiettivo deve ora essere uno solo: tornare a crescere. Perché la tenuta del tessuto sociale è messa a dura prova, l'occupazione è crollata, i disoccupati sfiorano i tre milioni, le tensioni sono palpabili e rischiano di sfociare in atti violenti. Squinzi si rivolge alla politica dicendo: "Siamo dalla stessa parte, ma ora è necessario agire, ridare slancio e sforzo all'industria". Ma parla anche agli imprenditori, che devono avere più attenzione al capitale umano, alla tutela dell'ambiente e all'export.
Fin qui il grido d'allarme. Vediamo le reazioni. Il ministro dell'Economia Saccomanni come un disco rotto ha ripetuto che la situazione che è stata ereditata è grave. Chissà perché ogni ministro dice le stesse parole. Ma quando finirà questo ritornello e qualcuno, pagato per questo, per risolvere i problemi del Paese, si deciderà a fare qualcosa per far ripartire l'economia?
Il timore è che ancora una volta si perda tempo, non si affronta la crisi di petto e giù con le giustificazioni. La speranza è di essere smentiti.

Nessun commento:

Posta un commento