mercoledì 12 dicembre 2012

Province, riordino e balletti d'Italia

Editoriale Radio Onda Libera del 12 dicembre 2012

Il riordino delle Province non si fara' più. Almeno per ora. Il decreto legge non sarà convertito. Il governo ha alzato bandiera bianca. Così sei mesi di discussioni, di chiacchiere, di emendamenti, di guerre tra campanili sono passati invano. Tutto cancellato, tutto torna come prima. Da noi nessun pericolo per la Provincia di Terni, nessun pericolo per le 36 altre Province della Penisola che rischiavano di fare la stessa fine.
Sembra una barzelletta, uno scherzo, invece e' la realtà. La realtà politica di questo Paese dove vengono annunciati provvedimenti che puntualmente vengono disattesi. Dove vengono proclamati risparmi e puntualmente finiscono nel dimenticatoio.
Questo delle riordino delle Province e' l'esempio classico di come funzionano le cose dalle parti nostre. Il decreto era stato varato dal governo per portare a una riduzione dei costi di qualche milione di euro. Quindi una cosa giusta. Da premettere che quando e' stato varato il provvedimento c'e stata una sollevazione di scudi in difesa del proprio orticello, dimenticandosi - tutte le forze politiche - di aver inserito nel proprio programma elettorale addirittura l'abolizione delle Province.
Dicevamo che il riordino era stato deciso per una questione di risparmio, di taglio dei costi della politica. Il fatto che adesso salti tutto e il provvedimento venga cancellato significa che l'esigenza di contenere le spese non esiste più. Siamo al ridicolo... il Paese e' assillato da una crisi senza precedenti e la nostra classe politica si diverte a togliere la fiducia al governo per andare al voto due-tre settimane prima. Una scelta pazzesca, scellerata, che ha il solo scopo di pensare agli interessi di pochi anziché a quelli di molti.  Non e' proprio un bel Paese dove vivere questo. Nonostante le Province. Nonostante tutto.

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