giovedì 27 dicembre 2012

Monti tecnico della tattica

Editoriale Radio Onda Libera 24 dicembre 2012

Alla vigilia di Natale, complice il week end, dobbiamo riannodare il filo della politica. Venerdi sera, dopo l'approvazione della legge di stabilita', la finanziaria, il presidente del consiglio si e' dimesso, il capo dello Stato ha fatto un veloce giro di consultazioni tra i partiti, e poi ha sciolto le camere. Fine della legislatura. Si andra' al voto il 24 e il 25 febbraio.
Ieri mattina Monti ha tenuto la conferenza stampa di fine anno in cui ha elencato le cose fatte, le cose da fare e i suoi intendimenti futuri. Non risparmiando stoccate dirette e indirette a Berlusconi.
La sintesi del ragionamento a proposito della sua discesa in campo e' complessa: no al suo nome in lista, sì alla candidatura come premier. Quindi la politica. O, meglio, il futuro dell’Italia. Che per Monti ha un nome: “Impegno per un’agenda comune”, ovvero il manifesto programmatico del Professore a cui il prossimo governo dovrà guardare. Ma che non avrà lui in campagna elettorale. Almeno direttamente. Per motivi tecnici (“Sono un senatore a vita”) e perché non si schiera con nessuno, ma valutera' eventuali proposte per una sua assunzione di responsabilità.
E infatti l’agenda di Mario Monti è “erga omnes”, con l’ex premier pronto a guidare le forze che sosterranno il suo documento. Non si candida con alcun partito, quindi, ma è a disposizione “di chi potrebbe volermi affidare compiti” e di chi vuole confrontarsi e far proprie le idee del memorandum.
Insomma Monti a oggi non si schiera con nessuno, ma appoggia chi sottoscrive la sua Agenda, ed e' disponibile ad assumersi le responsabilità se le verranno affidate, ovviamente dopo il voto.
Una posizione, la sua, un po' di comodo, diciamolo francamente, nel senso che non vuole scendere direttamente nell'agone politico per non contarsi, forse per timore, pero' si dice pronto a fare da guida. Beh, onestamente in un sistema democratico le elezioni sono importanti, non sono una parentesi tanto per... quindi la scelta del professore e' discutibile. A meno che Monti non abbia già siglato un mezzo accordo con Bersani e il Pd per lasciare campo libero in cambio del posto di Napolitano al Quirinale. Se e' così, vuol dire che Monti che ci tiene a distinguersi come tecnico ha imparato bene e in poco tempo i meccanismi della politica.

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