martedì 4 dicembre 2012

E ora dall'Umbria
un segnale di coraggio

Il punto del direttore del 4 dicembre 2012

La paura ha fatto 90, come si suol dire. E il segretario Bersani al secondo turno si è ripreso l'Umbria, strappandola ai renziani che al primo turno l'avevano conquistata con un distacco di oltre due punti percentuali. Nessun colpo di scena dunque, il pronostico della vigilia è stato rispettato a pieno. Perché la botta del primo turno era stata forte, uno sganassone in faccia all'apparato. Ergo, tutti ventre a terra a votare e far votare il segretario Bersani. Una mobilitazione che ricorda le primarie per le regionali di marzo del 2010.
Ma quello che è accaduto in Umbria non può essere archiviato con un'analisi semplicistica e peggio ancora strumentale. Sarebbe un errore gravissimo, imperdonabile per il presente e soprattutto per il futuro.
Allora, ribadendo che le primarie sono state salutari, per il Pd in particolare, perché hanno riavvicinato la gente alla politica nonostante il lieve calo di affluenza tra un turno e l'altro, va detto che si sono scontrati due modelli di centrosinistra, quello di Bersani e quello di Renzi, il primo vincente visto i risultati del ballottaggio. Ma in Italia, e quindi anche in Umbria, l'affermazione del sindaco di Firenze non può essere liquidata come una parentesi nella costruzione di un partito e di una coalizione che si propone come forza di governo. Tocca a chi ha vinto, i bersaniani, farsi carico di chi ha perso nel senso di tenere in considerazione che quasi metà del partito o meglio del centrosinistra nella nostra regione ha votato per un'altra visione del mondo. Eh sì, perché se Renzi nel primo turno ha fatto piazza pulita surclassando Bersani, domenica si è dovuto arrendere alla mobilitazione ma anche all'indicazione dei vendoliani di votare per il segretario. E' tutto normale, certo sarebbe stato peggio e dalle conseguenze inimmaginabili se il sindaco under 40 avesse bissato il successo. Invece la nomenclatura è rientrata nei ranghi e il verdetto è stato in linea con i sondaggi e con l'aria che tirava.
Certo, in oltre una trentina di comuni è stata issata la bandierina renziana , più di un terzo dei municipi della regione non è un risultato da disprezzare. Ci sono pezzi di territori come il Trasimeno, l'Assisiate-Bastiolo, l'Altotevere, la Media Valle del Tevere, alcuni comuni dello Spoletino, che hanno riconfermato il voto del precedente turno. E ciò testimonia una voglia di cambiamento seria, non soltanto una chiamata alle armi, o meglio alle urne, delle truppe cammellate. Al di là dei vincitori e dei vinti, la classe dirigente non deve sprecare l'occasione di riflettere sul perché il popolo delle primarie in Umbria è spaccato a metà. Una settimana fa avrebbe dovuto meditare sulle ragioni di una sconfitta, ma forse non ce n'è stato il tempo, c'era del resto la rivincita in palio. Ma se si considera invece il risultato un punto di arrivo e non di partenza l'atteggiamento non è quello giusto e soprattutto opportuno dal punto di vista politico.
Archiviate le primarie, tutto torna come prima? Sarebbe da scellerati far finta che nulla sia successo o peggio che sia stato un gioco. Il quadro politico delineerà i contorni, ma la situazione resterà critica, l'antipolitica non svanirà perché a Natale siamo tutti più buoni. Ora il banco di prova è vicino, vicinissimo. E hanno un nome e cognome: liste elettorali. Il partito, o meglio i partiti del centrosinistra scelgano i candidati con le primarie. Del resto un partito che è nato dalle primarie e che ricorre alle primarie per scegliere il presidente della Regione, non può aver paura di ricorrere alle primarie se deve indicare i parlamentari prossimi e futuri. Quindi, a Bersani e Renzi, artefici del duello, va dato atto di aver iniettato una grande dose di entusiasmo e di passione. Ora la gente si aspetta che il cammino non si interrompa qui ma prosegua nel nome della partecipazione e della democrazia. Dall'Umbria, unica regione che ha vissuto il ribaltone, arrivi un segnale di coraggio: sì alle primarie per i parlamentari.
anna.mossuto@edib.it
www.annamossuto.it

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