I partiti sono in fibrillazione. Questa settimana cade il
governo e a febbraio si andrà al voto. La direzione nazionale del Pd ha deciso
per le famose deroghe, i permessi da accordare a coloro che vogliono essere
ricandidati nonostante abbiano superato il limite dei mandati, cioè i 15 anni
in Parlamento. Sono dieci in tutto, ma i posti da preservare in un listino
saranno di più.
Intanto dal centrodestra e' arrivata la prima scissione,
quella guidata dall'ex ministro Meloni e dall'ex sottosegretario Crosetto, che
non si sono accodati agli amici del Pdl, a cominciare da Berlusconi, alla
richiesta di candidare Monti. La loro coerenza e' senza dubbio da sottolineare.
A differenza di quello che hanno detto, in un'altra
convention, gli altri esponenti del Pdl, da Frattini ad Alfano, che dopo aver
spinto Monti a dimettersi ora gli chiedono di guidare la compagine dei
moderati. Intanto sulla spinta di La
Russa sta nascendo il centrodestra nazionale, dentro al quale forse confluiranno la
Meloni e Crosetto. Ma che senso ha? Così come non ha senso da parte di
Berlusconi insistere sulla richiesta al professore.
Anche l'altro ieri in
televisione il Cavaliere ha ribadito che se Monti si candida lui si fa da
parte. Ma la certezza e' che Monti, se scenderà in campo, non si fara' certo
appoggiare dal Pdl e questo Berlusconi lo sa bene, ergo insiste perché spera di
lasciare il cerino più a lungo possibile nelle mani del professore.
Questo il quadro, fluido perché in continuo movimento.
Intanto, in conclusione, vale la pena richiamare le parole del Papa che durante
l'Angelus domenica ha ricordato che il primo obbligo dell'uomo da sempre è quello di compiere con onestà il proprio
dovere, in particolare bisogna osservare
i comandamenti e fra questi chi ha incarichi
pubblici o riveste ruoli di potere, deve in primo luogo rispettare il
settimo: "Non rubare".
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