sabato 21 gennaio 2012

Quando la giustizia è cattiva

Editoriale Radio Onda Libera del 18 gennaio 2012
La giustizia è un mondo immenso, pieno di problemi e di ritardi. Troppi processi da smaltire (9 milioni in arretrato a giugno 2011) con tempi che vanno dagli oltre 7 anni nel civile ai quasi 5 nel penale. La lentezza della giustizia ci costa un punto di pil (prodotto interno lordo). Per ingiusta detenzione ed errore giudiziario nel solo 2011 lo Stato ha pagato oltre 46 milioni di euro. C'è l'emergenza carceri ma per ora nessuna amnistia in vista. E' questo in sintesi il quadro del settore fatto dal ministro della Giustizia Paola Severino alla Camera dei deputati.
Una premessa: oggi è l'occasione giusta, forse irripetibile, per fare una generale riforma del sistema giudiziario italiano proprio per la presenza della drammatica congiuntura economica internazionale.
Partiamo dalla giustizia troppo lenta, è proprio vero che quando il sistema processuale non è in grado di garantire tempi rapidi non può chiamarsi giustizia. E ciò porta con sè il numero crescente di richieste di indennizzi allo Stato. In media ogni anno ai celebrano oltre 2.369 procedimenti per ingiusta detenzione o errore giudiziario. Non meno rilevanti sono le conseguenze dell'eccessiva durata del processo penale. I detenuti in attesa di giudizio rappresentano il 42% dell'intera popolazione carceraria. E connesso con questo c'è l'emergenza delle carceri che come dice il ministro rischia di travolgere il senso stesso della nostra civiltà giuridica, poiché il detenuto è privato delle libertà soltanto per scontare la sua pena e non può essergli negata la sua dignità di persona umana.
Ma la giustizia costa anche se funziona male, anzi come abbiamo visto prima gli effetti della cattiva giustizia sono direttamente quantificati sulla percentuale della nostra ricchezza, ma le spese per la burocrazia sono veramente assurde e scriteriate. E L'Italia non può più permettersi oltre 2.000 uffici giudiziari allocati in 3.000 edifici.  quindi via con i tagli e gli accorpamenti, il blocco delle assunzioni e la razionalizzazione delle risorse umane. questi interventi a regime dovranno portare a un risparmio di 28 milioni di euro l'anno.
In conclusione, a nostro avviso, il piano del ministro è intelligente, abbastanza completo e sopratutto dopo l'analisi individua delle soluzioni efficaci. L'augurio è che non rimanga sulla carta, ma gli vengano date le gambe per camminare. Perché di questo ne siamo consapevoli e coscienti, la giustizia lenta e malata non è giustizia. E' cattiva giustizia.

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