giovedì 5 gennaio 2012

Il commercio e il grido d'aiuto

Editoriale Radio Onda Libera del 4 gennaio 2012

Commercio, un settore in crisi profonda. Che lancia un disperato grido d'aiuto. Alla vigilia dei saldi, che ricordiamolo partono domani, e dopo il bilancio negativo delle feste natalizie.
La Confcommercio, l'associazione di categoria, propone 14 misure urgenti per salvare il comparto, per evitare una chiusura in massa delle imprese. Non senza aver esposto le condizioni disastrose in cui si trovano i commercianti.
Il 2011 è stato pessimo per i consumi, con la complicità o a causa della stangata della manovra del governo Monti che ha prosciugato le tasche dei cittadini e delle  istituzioni locali che alzano le tasse.

Il presidente della Confcommercio di Perugia Mencaroni parla si stato di crisi del commercio, di dissesto aziendale e usa parole forti:  i commercianti sono trattati come ladri, come prostitute, si sentono vittime di un accanimento da parte di chi governa. Nel mirino Roma che tartassa le famiglie e quindi si colpiscono i consumi, ma anche la Regione che aumenta le tasse, andando ad aggravare sulle tasche dei cittadini.
Il Natale è stato cattivo per i commercianti, l'andamento si preannuncia negativo anche per i saldi e il 2011 è da dimenticare. Le prospettive? Non sono affatto buone! Pensando che la tassa di soggiorno che si vuole introdurre farà aumentare i prezzi del 10 per cento.
Le 14 proposte per evitare il peggio, la Confcommercio ha elaborato una serie di proposte da affidare a governo, istituzioni locali, banche.
Tra queste: moratoria delle scadenze fiscali e previdenziali fino a giugno; defiscalizzazione degli oneri sociali per le piccole imprese, politiche specifiche per il turismo; ammortizzatori sociali efficaci per i commercianti costretti a chiudere; applicazione dell’Imu con aliquota minore per il 2012; ripensamenti delle liberalizzazioni; interventi per calmierare gli affitti; non applicazione della tassa di soggiorno; applicazione di addizionale Irpef e accise regionali al minimo; accelerazione dei pagamenti delle pubbliche amministrazioni con ipotesi di cessione dei crediti alle banche;  insomma una serie di misure per evitare che molti negozi, molte aziende chiudano le saracinesche.
La  situazione è seria, molto seria e non si tratta di una difesa di una categoria perchè se le aziende chiudono i primi a rimetterci sono i lavoratori. Quindi è auspicabile che chi ha il potere di fare qualcosa lo faccia, ascolti questo grido d'aiuto. Che purtroppo non è e non sarà il solo.

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