venerdì 27 gennaio 2012

Evadere le tasse è peccato

Editoriale Radio Onda Libera del 24 gennaio 2012

Fisco, in Italia ci sono 7.500 evasori totali. E ammontano a oltre 50 miliardi i redditi non dichiarati. Due numeri impressionanti diffusi dalla guardia di finanza a bilancio del lavoro del 2011.
Il capitolo relativo all'evasione internazionale è il più cospicuo. A finire sotto la lente delle fiamme gialle principalmente i trasferimenti di comodo delle residenze di persone e società nei paradisi fiscali e lo spostamento all'estero di capitali per non pagare le tasse in Italia.

Sempre più elevato lo standard di qualità dei controlli: i verbali della guardia di Finanza, nel 96 % dei casi, sono stati integralmente recepiti dall'Agenzia delle Entrate per il successivo accertamento. Sono stati 12mila i soggetti denunciati, principalmente per aver utilizzato o emesso fatture false (1.981 violazioni), per non aver versato l'Iva (402 casi), per aver omesso la dichiarazione dei redditi (2.000 violazioni) o aver distrutto od occultato la contabilità (oltre 2.000 casi). Ai responsabili di reati fiscali sono stati sequestrati immediatamente oltre 902 milioni di euro.
A proposito di evasione, c'è da registrare il discorso del cardinale Bagnasco, presidente della Cei (conferenza episcopale italiana), il quale è tornato sulla polemica riguardante l'ici, l'imposta sugli immobili, che la chiesa non paga. In merito all'esenzione, Bagnasco ha detto testualmente che la chiesa non chiede trattamenti particolari ma semplicemente di aver applicate a sé, per gli immobili utilizzati per servizi, le norme che regolano il no profit».
«Evadere le tasse è peccato - ha detto Bagnasco -.Per un soggetto religioso questo è addirittura motivo di scandalo». Quindi, assicura: «Non chiediamo privilegi, né che si chiuda un occhio su storture o manchevolezze».
A proposito del governo di Monti e della politica, Bagnasco ha assicurato che i vescovi italiani guardano al nuovo governo, come ad «un esecutivo di buona volontà, autonomo non dalla politica ma dalle complicazioni ed esasperazioni di essa. «C'è da salvare l'Italia, l'appartenenza politica viene dopo» raccomanda il cardinale. E aggiunge: «Al di là di ogni ventata antipolitica, va detto che la politica è assolutamente necessaria, non puo essere debole e sottomessa, deve mettersi in grado di regolare la finanza perché sia a servizio del bene generale e non della speculazione. E sono urgenti le riforme, le grandi riforme, che spetta alla politica fare.
Parole sante, veramente, quelle pronunciate dal cardinale Bagnasco. Che noi sottoscriviamo in pieno.

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