venerdì 13 gennaio 2012

Due no a favore della casta

Editoriale Radio Onda Libera del 13 gennaio 2012

Politica, due i fatti che hanno caratterizzato la giornata di ieri, tutti e due di una certa rilevanza. Due no sono stati in sostanza pronunciati, il no alla referendum sulla legge elettorale da parte della corte costituzionale e il no della Camera dei deputati all'arresto di Nicola Cosentino, parlamentare sotto inchiesta per presunti legami con la camorra.
I fatti nonostante lo stesso responso vanno tenuti separati. Per una serie di motivi, non ultimo quello che sui due no nessuno dovrebbe mettere il cappello, aizzare la polemica o gettare fango. Soprattutto su quello dei giudici costituzionali che non si possono permettere di decidere sulla base di una convenienza politica di questo o quel partito, di questo o quel leader politico. Per ciò appaiono sguaiate e volgari le reazioni di Di Pietro che attacca la Corte accusandola di aver fatto un favore al Quirinale. Le critiche sono una cosa, gli insulti andrebbero rispediti al mittente.
Cosentino invece è un'altra storia e si inserisisce nel pieno solco del voto politico. Non solo per equilibri generali, ma anche per equilibri interni di un solo partito, la Lega Nord nella quale si è assistito a un  braccio di ferro tra Maroni e Bossi.  Certo, contendersi il partito sulla liberta di un uomo non è gran cosa, le lotte per la guida di un partito di solito si fanno nei congressi. Anche tra Pd e radicali le scintille ci sono state.
Comunque c'è da dire che il voto di Montecitorio sugli arresti dei parlamentari sotto inchiesta è schizofrenico, una volta sì, Alfonso Papa ricordate, poi no Milanese, poi no con Tedesco, poi ancora no con cosentino. Insomma a seconda dell'opportunità, dell'interesse. E del momento storico per un regolamento di conti oppure no.
In conclusione l'interpretazione dei due fatti. E' indubbio che i due no vengano letti come un ulteriore arroccamento della Casta, come due schiaffi ai voleri di gran parte del popolo italiano.
La fiducia nei partiti e nella politica non è mai stata così in basso. I sondaggi fanno paura, a tutti. Spazio per riscattarsi c'è, a cominciare dal fare subito una nuova legge elettorale che porti in parlamento eletti e non nominati. Quello che va sondato è la volontà, e forse anche la capacità di fare le cose. Sul piatto c'è comunque la disaffezione in caduta libera. Del resto chi è causa del suo male non puo che piangere se stesso. 

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