lunedì 11 luglio 2011

Tagli e Province

Editoriale Radio Onda Libera dell'11 luglio 2011

Oggi parliamo di tagli della politica. O meglio dei mancati tagli.
A parole sono tutti favorevoli a ridurre i costi della politica, nella pratica invece tutti a difendere i propri privilegi e le proprie poltrone.
E' questo il ritratto della nostra classe politica. Che recentemente ha dato prova di tradimento non votando la legge sull’abolizione delle Province.
In parlamento si è costituita per l’occasione una nuova maggioranza trasversale, quella della casta si potrebbe definire. Composta da pdl, lega e pd. Una cosa che non sta né in cielo né in terra.
Da ricordare che tutti i partiti nei programmi elettorali, quando vanno in giro per l'Italia a chiedere voti, promettono di tagliare gli enti inutili, di abbassare il numero dei parlamentari e pensare ai problemi dei cittadini. Risultato?
Quando è il momento di essere coerenti, di passare dalle parole ai fatti, ecco la chiusura a riccio in difesa della categoria.
Cosi si sono comportati il pdl e la lega, il pd invece ha fatto peggio, si è incartato facendo un favore grosso come una casa alla maggioranza.
 Il partito di Bersani ha avuto la bella idea di astenersi, non appoggiando la battaglia di idv e terzo polo.
In un periodo così drammatico per il paese, in cui la gente chiede alla politica di smetterla con i costi esagerati, un partito che si astiene e salva le province è aspramente criticato dal suo stesso popolo. E cosi è stato. Migliaia i commenti di indignazione e disaccordo sul web contro chi ha deciso una simile sciocchezza.
Patetici sono stati i tentativi da parte di qualche leade del Pd di giustificarsi, di mettere le mani avanti e diquisire sul tipo di normativa. La gente ha capito, e ha capito perfettamente, solo i politici non si sono resi conto che il vento e' cambiato. E non capirlo significa allungare la distanza con il paese reale, significa non rendersi conto che i cittadini sono stanchi di essere vessati da chi parla bene e razzola male.
E’ una vergogna mantenere in piedi carrozzoni che costano milioni di euro, che non producono nulla e si sovrappongono nelle competenze. E il riferimento non è soltanto alle Province, in Italia sono 110, alcune delle quali sono risibili. Perché hanno motivo di esistere soltanto per una logica clientelare e spartitoria. E il fatto più curioso è che in parlamento esistono decine di progetti di legge per istituirne di nuove, perfino una di appena 5mila abitanti.
E’ veramente il caso di dire che non c’è limite al peggio.
Ma bisogna stare attenti, la situazione è pesante, rischiamo di saltare gli equilibri. Insomma la classe politica farebbe molto bene a non tirare troppo la corda. Chè potrebbe rompersi.

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