venerdì 8 luglio 2011

Nessun rispetto per i defunti

Editoriale Radio Onda Libera del 7 luglio 2011

La questione sicurezza nel capoluogo di regione, dopo la droga e la criminalità, sta conoscendo un nuovo e inquietante fenomeno.
Un gruppo di balordi, di vandali, sta devastando giorno dopo giorno cimiteri, chiese, sta profanando tombe di donne e bambini.
Gesti sconcertanti, senza un motivo apparente, se non lo sfregio a quanto c’è di più caro e sacro, la memoria dei
defunti. Tutto è iniziato la scorsa settimana, con la scoperta del blitz a San martino in Colle: il cimitero della frazione alle porte di Perugia è stato trovato in condizioni assurde, come se fosse passato un tornado; cappelle violate, lapidi e statue votive danneggiate, fotografie asportate, lumini infranti e scritte sui muri stile satanico.
Il giorno dopo è toccato a Ponte Valleceppi e a distanza di poche ore anche al camposanto di Ripa. In due casi su tre sono state trovate anche tracce di sangue, forse per qualche stupido rituale. Domenica hanno anche piegato la
croce che campeggia sulla splendida chiesetta in fase di ristrutturazione a Sant’Andrea d’Agliano.
Gli inquirenti indagano, anche se credono non si tratti
di una setta satanica vera e propria. La pista è quella del gruppo di giovani sbandati, che magari fanno abuso di alcol e di stupefacente e hanno iniziato a perpetrare questi scempi per infinita stupidità, mancanza di valori, di esempi
e probabilmente anche per noia.
Satana, l’anticristo, è solo moda. Gli americani sanno bene di cosa si tratta e hanno chiamato questo fenomeno
satanismo “acido”, a dire che è collegato con l’uso di droghe ma che non ha altri collegamenti con il mondo dell’esoterico.
In Italia un esempio sono le bestie di satana, un gruppo di giovinastri che dalle profanazioni dei cimiteri e dai piccoli sacrifici di animali è passato agli omicidi.
Ecco, il rischio è proprio questo: violenza chiama violenza, il salto di qualità, l’escalation, è dietro l’angolo.
L’ultima notizia in ordine di tempo è stata quella della
profanazione della tomba di Donato Fezzuoglio, il carabiniere eroe morto nel 2006 ad Umbertide mentre cercava di sventare una rapina. Un gesto simbolico, un
messaggio chiaro visto che nel cimitero di Rancolfo dove il militare è sepolto nient’altro è stato toccato. Quasi un guanto di sfida agli uomini dell’Arma, proprio loro che stanno lavorando al caso.
L’unico commento degno a questa squallida vicenda è quello proferito dal vescovo di Perugia Bassetti, che ha
parlato di un “vuoto interiore enorme”, di atti scellerati figli anche di un vuoto formativo, di educazioni, di trasmissione di valori. Che parte dalle famiglie e arriva alle scuole, toccando anche le istituzioni.
Non a caso sempre nel capoluogo da anni si segnalano le cosiddette baby gang, le bande di giovanissimi che come al Bronx si dividono il territorio e si sfidano con atti
violenti.
Giovani perduti, senza prospettive, vittime di una grande povertà d’animo che è lo specchio di una società senza etica né morale.
Genitori, insegnanti, educatori, ma anche i politici, possono e devono fare qualcosa.

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