Turismo, una risorsa d’oro per la nostra regione. Eppure le cose non vanno bene. A lanciare l’allarme con tanto di conti in mano è la Federalberghi-Confcommercio. Tutto parte dal movimento di arrivi e presenze in Umbria nei primi cinque mesi dell’anno.
Ed è proprio l’ultimo dato statistico disponibile, quello di maggio, che fa “inciampare” la fragilissima ripresa registrata da gennaio ad aprile 2011 (intorno al 7%) rispetto allo scorso anno. Con i dati di maggio, la variazione percentuale delle presenze turistiche negli alberghi umbri scende ad appena l’1,47%: troppo poco se si pensa che il confronto è con il 2010, anno terribile per il turismo.
Ma cosa ci dicono i numeri? I dati fino a maggio ci dicono che il comprensorio di Assisi non decolla, nonostante i risultati più soddisfacenti registrati fino ad aprile; che va ancora peggio all’area del Perugino; che sono in una condizione di interessante controtendenza i comprensori di Spoleto e Todi; che persistono le difficoltà dell’Orvietano, dell’Eugubino e del Trasimeno.
In quest’ultimo, ad esempio, l’elemento di maggiore criticità è stato la componente dei turisti italiani, che aveva tenuto fino allo scorso anno, ma nel 2011 sembra non considerare più questo territorio come attraente meta turistica.
La sensazione – sottolinea Giorgio Mencaroni, presidente della Federalberghi – è che a muovere la situazione di stallo che stiamo registrando non bastino quest’anno nemmeno i grandi eventi dell’estate umbra. Su questo aspetto ci riserviamo una riflessione una volta acquisiti i dati certi.
Insomma in giro c’è preoccupazione e tanta, non solo per questa stagione turistica ma in generale per il futuro del settore.
E’ necessario mettere a punto iniziative forti e condivise – a questo punto non più rinviabili – per dare una scrollata al settore. Occorre un piano strategico di sviluppo per il turismo, che guardi al futuro, che ci dica dove andare, con la definizione precisa di obiettivi e risultati.
Chi governa ha la responsabilità di fare al più presto qualcosa per far sì che questo settore si rialzi. La materia prima, le bellezze naturali e artistiche, ci sono tutte. L’Umbria è un museo a cielo aperto. Quello che manca, visti i dati, è una programmazione per valorizzare e veicolare il pacchetto Umbria nella sua complessità.
Si prenda esempio dalle Marche che hanno investito su un testimonial d’eccezione come Dustin Hoffman e soprattutto ci hanno creduto e ci credono nel turismo come risorsa da valorizzare.
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