venerdì 8 luglio 2011

La casta perpetua

Editoriale Radio Onda Libera del 1 luglio 2011

Il titolo dell’argomento di oggi è la casta. Con questo termine si intende un gruppo di persone chiuso (ristretto)  caratterizzato da specifiche norme di comportamento e soprattutto arroccato nella difesa di interessi particolaristici. Ad esempio la casta dei militari o dei politici.
Il nome casta ha conquistato la ribalta qualche anno fa con il libro di Stella e Rizzo che ha fatto le pulci alla classe politica, ai benefici di cui da sempre gode.
Lo spunto per riparlare dei privilegi della  categoria arriva da un’inchiesta di Panorama che ha elencato per filo e per segno gli innumerevoli vantaggi riservati ai politici italiani.
Il settimanale ha messo in luce i vitalizi d’oro di cui godono gli ex consiglieri regionali. Ogni anno in Italia il costo è di quasi 175 milioni di euro per oltre 3mila pensioni.
In Umbria gli ex consiglieri costano allo stato ben 3 milioni l’anno per 93 pensioni.
La vita da ex è sicuramente una pacchia perché non solo garantisce una vecchiaia più che tranquilla in termini economicima offre in molti casi anche tanti e tanti benefit, dai rimborsi ai viaggi, alle indennità, a qualche auto blu.
Chi ha svolto incarichi nel passato continua a percepire nel presente laudi guadagni.
Andare a fare i conti in tasca invece ai parlamentari in carica vuol dire dotarsi di un grande pallottoliere.
Lo stipendio lordo di un deputato italiano si aggira sui 19mila euro al mese, tra rimborsi, assistenti, sconti e tessere gratis per viaggi e anche attività ludiche. E’ stato calcolato che la sola camera dei deputati costa al cittadino  2.215,00 euro al MINUTO. Una cifra spaventosa, assurda e inconcepibile.
Questi numeri pensando alla crisi economica suscitano indignazione e sconcerto.  Il Paese reale è alle prese con difficoltà profonde, le famiglie non arrivano alla terza settimana, l’elenco delle aziende che chiudono o licenziano si allunga di giorno in giorno, i giovani faticano a trovare perfino un lavoro precario.  E i nostri politici fanno orecchie da mercanti e ogni volta che c’è nell’aria un tentativo di toccare  i loro benefici si chiudono a riccio in una difesa corporativa della casta.
Si annunciano manovre lacrime e sangue con tasse e balzelli, ma non c’è oggi,  e non c’è stata in passato, da parte di nessun governo,la volontà di mettere mano seriamente alla spesa pubblica. Eppure le ricette sono di una semplicità estrema: dimezzare il numero dei parlamentari, abbassare gli stipendi, ridurre gettoni e indennità, eliminare i privilegi, cancellare le province.
Diciamocelo con franchezza, siamo a un punto in cui il sistema Italia non ce la fa, rischia veramente il collasso. O i nostri politici si mettono in testa di cambiare registro. O qualcosa di brutto potrà accadere.

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