giovedì 21 luglio 2011

Spopola il gioco d'azzardo on line

Editoriale Radio Onda Libera del 21 luglio 2011
Tre milioni di persone dai 20 ai 40 anni giocano al poker on line in Italia. E di questi 120 mila sono coloro che hanno una vera e propria dipendenza. Oltre tre miliardi di euro sono stati bruciati nel 2010 da giocatori incalliti.
I dati emergono da un dossier della Commissione parlamentare antimafia sui giochi d’azzardo on line, e in particolare sul poker via web, che sempre più si affermano come frontiere della criminalità organizzata di tipo mafioso.
La liberalizzazione delle licenze per il gioco via internet, con l’ultima manovra economica, è destinata a scatenare ancora di più la febbre del casinò in Umbria. La provincia di Perugia, secondo gli ultimi dati, è al secondo posto per il gioco d’azzardo sulla rete, in particolare per il poker, il black jack e la roulette.
Un altro dato che testimonia l’attaccamento al gioco: nell'ultimo mese tre milioni e mezzo di persone hanno cercato giochi online. I portali che li offrono la chiamano "passione degli italiani per il gioco", anche se riconoscono come la liberalizzazione dei giochi d'azzardo online abbia il suo peso nell'aumento delle ricerche di poker e roulette in rete  e quindi quest’affluenza è destinata vertiginosamente ad aumentare.
In realtà, quello che è emerso da tempo è piuttosto il peso crescente nell’economia italian dell’industria del gioco che dal 2003 al 2010 ha raccolto ben 309 miliardi di euro, nonché il boom del gioco d'azzardo online in tutta Europa. La stessa Commissione europea ha stimato lo scorso marzo che il fenomeno, che ha superato i 6 miliardi di euro di proventi annui nel 2008, possa arrivare a muovere un mercato pari a 12 miliardi di euro entro il 2013.

La dipendenza dal gioco produce danni anche gravi, gravissimi alle vite delle persone. E non solo dal punto di vista economico. L’ultimo episodio è sui giornali di oggi. Un’ispettrice del lavoro è stata arrestata per concussione: secondo l’accusa ha chiesto mazzette ad alcuni imprenditori assicurando che nei cantieri non ci sarebbero stati controlli. La ragione della richiesta di denaro sta nel fatto che la signora si era indebitata a tal punto con il gioco da non pensarci due volte a commettere illeciti.
Una storia triste che fa capire l’assurdità di un vizio che fa male, che rovina l’esistenza. L’industria del gioco in Italia è una delle poche in crescita, e considerate le dimensioni assunte da lotterie, gratta e vinci e via giocando e scommettendo, sarebbe giusto e sacrosanto avviare massicce campagne di sensibilizzazione ed educazione sui rischi e sui pericoli della dipendenza da gioco d'azzardo.

Nessun commento:

Posta un commento