venerdì 8 luglio 2011

In Umbria primato di lutti per droga

Editoriale Radio Onda Libera del 29 giugno 2011
L’argomento di oggi è la droga. Perché ci sono dati freschi e anche una contraddizione terribile. In Italia il consumo è in calo, così come è in diminuzione il numero delle morti per overdose. Tra il 2009 e il 2010 i decessi sono infatti scesi del 22,7 per cento. Da 1002 sono calati a 374.
Questi i dati emersi dalla relazione annuale presentata in Parlamento sull’uso delle sostanze stupefacenti. E sono dati che fanno ben sperare. Anche perché il decremento è maggiore nel nostro Paese rispetto al trend europeo, pur se si registra un aumento dell’età media delle persone che ricorrono alla droga.  
Le sostanze primarie maggiormente utilizzate risultano essere il 70,1% eroina, il 15,2% cocaina e il 9,2% cannabis. La fotografia: i soggetti con dipendenza da sostanze (tossicodipendenti con bisogno di trattamento del sert ) risultano essere circa 338.425 -  che rappresentano il 8,5/1000 residenti di eta' compresa tra i 15 e i 64 anni –
Di questi, 218.425 per oppiacei (5,5/1000 residenti) e circa 120.000 per cocaina (3,0/1000 residenti).
In questo contesto l’Umbria è in netta controtendenza, confermandosi la regione più critica, con un tasso medio di mortalità per droga ancora in aumento e addirittura 5 volte superiore alla media nazionale.
Dall’inizio dell’anno e fino a ieri si contano infatti 15 vite stroncate dalla droga, giovani e adulti. Più di uno ogni 15 giorni. Da tempo la nostra terra è in cima alla graduatoria delle morti per overdose. E’ un primato che deve suscitare vergogna e indignazione oltre che una forte preoccupazione.  La piaga della droga è un allarme sociale perché investe le famiglie che convivono con un figlio o un parente tossicodipendente, perché produce e alimenta la criminalità, perché è un costo per la società, perché uccide le speranze di chi si rifugia nei paradisi artificiali.  E’un allarme che annienta l’immagine dell’Umbria isola felice.
 Il dato singolare è l’aumento dell’età di chi ricorre agli stupefacenti, una volta erano i giovani, i giovanissimi in crisi di identità, oggi sono anche i padri e le madri di famiglie. Sempre più spesso sono i figli ad accompagnare il genitore presso le nostre comunità di recupero. Questo è un aspetto sconvolgente.  Cosa fare?
Va bene istituire commissioni, organizzare convegni e dibattiti e perfino, come è stato proposto, una giornata regionale contro la droga, il 26 ottobre. Tutto questo serve solo a tacitare le coscienze per un po’. Le forze sane, politiche, le istituzioni, i cittadini, tutti noi,  dovremmo capire che la lotta contro la droga nelle nostre città si deve combattere tutti i giorni, tutte le notti, 365 giorni su 365.
Vanno bene le iniziative simboliche se servono per sensibilizzare il mondo giovanile e gli studenti in particolare. Ma non bastano. La droga, il ricorso ad essa, non si sconfigge con gli slogan,  le manifestazioni,  le commissioni.  Servono una consapevolezza e un’assunzione seria di responsabilità. Servono fatti, azioni concrete, controlli. Il resto sono chiacchiere. E ricordiamoceli, ogni morto per droga è una sconfitta per tutti, un lutto di tutti.

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