venerdì 8 luglio 2011

La crisi che morde

Editoriale Radio Onda Libera del 8 luglio 2011
Parliamo di crisi. Che in Umbria continua a incidere in maniera molto pesante. Ci sono tre grandi vertenze: Polo chimico ternano, Antonio Merloni di Nocera Umbra e TK Ast che hanno una dimensione regionale, ma anche nazionale, e riguardano i fondamentali economici su cui poggia la struttura produttiva dell'Umbria. Proprio ieri la lista si è allungata con la Trafomec di Tavernelle che ha annunciato 105 licenziamenti su 150 lavoratori. Per oggi è previsto uno sciopero di 8 ore con presidio davanti ai cancelli della fabbrica.
 Accanto a queste grandi vertenze, ci sono tante altre realtà  produttive colpite dalla crisi, tantissime. aziende di piccola e piccolissima dimensione, che testimoniano una difficoltà forte e perdurante sul versante del lavoro.
Queste grandi e piccole crisi hanno bisogno di un’azione coordinata da parte di tutte le istituzioni locali e regionali e delle forze sociali, ma soprattutto impongono che il Governo intervenga.
Insomma c’è bisogno di una risposta forte, ampia e unitaria di tutti, con l'apertura di una vertenza regionale sul lavoro.
Occorre una massiccia mobilitazione per contrastare il declino in atto e tenere aperta una prospettiva di futuro per l'Umbria, ma soprattutto per i giovani delle nostre citta' e dei nostri territori'. Nelle prossime ore in Regione è fissato un incontro per la Tk-Ast.
Positiva per la Merloni la decisione delle due regioni coinvolte, Umbria e Marche, di trovarsi unite per difendere un’azienda che conta 2.300 lavoratori diretti e almeno altrettanti nell'indotto.
Il 13 luglio, a Fabriano, ci sarà un appuntamento voluto dalla Cgil dei rispettivi territori per rompere "il silenzio assordante" che da troppo tempo si è creato intorno a questa vertenza, la più pesante tra quelle aperte oggi nel nostro Paese.
Ci sono sul tavolo due offerte di acquisto ( i cinesi della "Nanchang Zerowatt" e gli iraniani della "Mmd") ma le speranze che la trattativa possa concludersi in maniera positiva sono ridotte al lumicino. 
In questo senso, si chiede in primo luogo che il governo nazionale si faccia carico della vertenza e apra un tavolo di confronto presso la Presidenza del Consiglio, perché solo così si garantirebbe un impegno diretto ai massimi livelli.
Ma si chiede anche ai governatori delle due regioni di cambiare passo per dare prospettive di sviluppo a queste aree. Anche gli imprenditori sono chiamati a fare il loro dovere,mettendo sul tavolo progetti e investimenti.
Ecco allora che l'iniziativa del 13 luglio diventa un possibile punto di partenza di un percorso di collaborazione e progettazione interregionale più ampio, un nuovo modo di lavorare, che indichi quali sono per l'Umbria e per le Marche i possibili indirizzi di sviluppo.
Un ragionamento che, in futuro, potrebbe essere esteso anche a tutta "l'Italia mediana”.

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