venerdì 8 luglio 2011

Questione morale e questione politica

Editoriale Radio Onda Libera del 6 luglio 2011

Oggi parliamo della politica umbra che in questi giorni è in subbuglio per una serie di ragioni. Non ultima il presunto coinvolgimento della presidente della Regione Catiuscia Marini in un’inchiesta giudiziaria. Il suo nome è stato trovato su un biglietto in cui accanto era scritta la cifra di 20mila euro per una sponsorizzazione a favore di Umbria Jazz. Alla presidente non è stato recapitato alcun avviso di garanzia. Soltanto articoli e titoloni sui giornali anche nazionali che raccontano l’inchiesta Enac.
La Marini subito dopo il fatto si è dichiarata diffamata e calunniata e ha annunciato iniziative legali. Ieri mattina la governatrice umbra si è presentata in consiglio regionale e ha tenuto un discorso di 25 minuti.  Ha ribadito a gran voce che il suo nome non può essere accostato a vicende di dazioni di denaro perché non ha preso mai soldi e non conosce nessuno di quei personaggi. E seppur negando che in Umbria ci sia una questione morale, la Marini ha posto il tema della necessità di una “nuova etica pubblica”.
E lo ha fatto ricordando uno dei padri nobili della sinistra, Enrico Berlinguer che nel 1981 sottolineò questa esigenza parlando di partiti che gestiscono interessi i più disparati senza perseguire il bene comune.
La governatrice ha chiesto di essere ascoltata al più presto dai magistrati, assicurando che continuerà «nell’azione di governo dell’Umbria, con la serenità di chi sa di essere una persona onesta e perbene».
Dopo il suo intervento si è aperto un dibattito con posizioni chiare e sfumature sensibili. Dall’opposizione sono arrivate parole durissime che hanno denunciato un sistema di malaffare che va avanti da anni.
Il centrosinistra alla fine ha fatto quadrato e ha votato un documento di condivisione delle parole della presidente, a cui è stata espressa fiducia e caldeggiato l’invito a continuare a governare la regione.
E’ un clima delicato quello che si sta vivendo in Umbria tra inchieste della magistratura ed esponenti politici finiti nel mirino della giustizia.
Auspicabile sarebbe un comportamento lineare e coerente, senza eccessi e senza strumentalizzazioni: i reati, se commessi e accertati, vanno perseguiti e i responsabili puniti. E questo è il piano giudiziario. Dove esiste la presunzione di innocenza e un avviso di garanzia è a tutela del cittadino e non è una sentenza di colpevolezza. Poi esiste un altro piano, quello dell’opportunità, e in questo caso se i politici sono sfiorati anche da un sospetto non possono far finta di niente, qualche spiegazione la devono dare.
E poi sarebbe salutare per tutti aprire una riflessione seria e senza finzioni sui rapporti tra politica e affari. O come dice la presidente sull’etica pubblica. Non per puntare l’indice contro qualcuno bensì per liberare il campo da qualsiasi ombra.

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