giovedì 28 luglio 2016

Salto di qualità del terrorismo Isis

Editoriale Radio Onda Libera del 27 luglio 2016

E' proprio una guerra di religione verrebbe da dire nel commentare la notizia terribile del prete sgozzato in chiesa mentre celebrava la messa. E' accaduto in Normandia, sempre in Francia. In realtà si tratta di un attacco dell'Isis in piena regola, ma con particolarità inedite. E' il primo assalto in una chiesa in Europa e il tutto si svolge con la stessa modalità, con la stessa ritualità in Iraq. E poi richiama la persecuzione dei cristiani in tutto il mondo.
Di sicuro il terrorismo registra un salto di qualità senza precedenti in un Paese, la Francia, ormai allo sbando e più vulnerabile che mai. Nell'attacco in chiesa si possono scorgere mille significati a cominciare dal fatto che questo terrorismo cambia faccia, cambia modalità di azione, continuamente. A essere colpita non è la Chiesa francese ma la Chiesa di tutto il mondo, la Chiesa cristiana nella sua totalità.
Ad agire sono giovani, giovanissimi francesi, quindi la seconda generazione, che sono integrati con il territorio e sognano di abbracciare la jihad. E connessa con la giovane età degli assassini c'è anche la voglia di comunicare le azioni di sangue che firmano; da notare che i terroristi si sono fatti filmare mentre dall'altare predicavano in arabo. Sono entrati i chiesa armati di coltelli, anche questa è una novità, hanno fatto inginocchiare il prete e recitato un sermone in lingua araba e lo hanno sgozzato davanti a suore e fedeli. Lo stesso modus operandi che abbiamo visto in televisione da un paio di anni a questa parte con gli aguzzini i in tuta arancione.
Il terrorismo che uccide dappertutto non solo a Parigi ma anche in periferia, un attacco barbaro alla Chiesa, al simbolo della cristianità. E così dopo i luoghi laici della quotidianità, lo stadio, il centro commerciale, il locale dove si ascolta la musica, l'aeroporto, là metro, il treno, ecco la chiesa, il luogo religioso, dove si predica la pace e non la violenza, la vita e non la morte.
Però, dopo questo terribile fatto di sangue, dobbiamo prendere atto che si tratta di una guerra e una guerra di combatte, purtroppo, con i fatti e non solo con le parole.

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