Editoriale Radio Onda Libera del 29 giugno 2016
Ancora terrorismo. Nell'aeroporto Ataturk di Istanbul ieri sera intorno alle 22 c'è stato un attentato. Il bilancio provvisorio è di almeno 36 morti e 147 feriti. Tre uomini di un commando composto da sette persone si sono fatte saltare in aria, tre pare le esplosioni. Non ci sono rivendicazioni e le autorità non si pronunciano ma tutti gli elementi fanno pensare che ci siano gli islamisti dell'Isis dietro il nuovo attentato terroristico che ha colpito la città.
Il settimo attentato del 2016 in Turchia colpisce ancora Istanbul. Come a marzo a Bruxelles, è stato il maggiore aeroporto del Paese a finire nel mirino dei terroristi che, armati di kalashnikov, hanno aperto il fuoco ai varchi dove si effettuano i controlli di sicurezza nella zona degli arrivi dello scalo Ataturk e poi si sono fatti esplodere. E come per il Belgio l’ipotesi degli investigatori è che l’attacco porti il sigillo di Isis. Lo Stato Islamico però per il momento non ha rivendicato l’azione.
La notizia ha raggiunto i leader del vertice europeo che hanno espresso un sentimento di vicinanza al governo e al popolo turco per l'attacco avvenuto a Istanbul. Da tutto il mondo sono arrivate parole di condanna del terrorismo.
Che dire? Quali i commenti che si possono fare? Veramente la voglia sarebbe quella di restare in silenzio ma va capito innanzi tutto che cosa è successo e interrogarsi sul perché periodicamente avvengono queste stragi, che cosa spinge uomini e donne a suicidarsi, in nome di quali ideali e quali valori si arrivi a farsi esplodere. E poi soprattutto quando finirà questa catena di morti, questi attentati alla sicurezza, alla quotidianità della gente comune, e il fatto che questo attacco sia avvenuto in aeroporto lo dimostra.
Insomma la sensazione, oggi come a novembre scorso, quando ci furono le stragi di Parigi, è che siamo sempre più vulnerabili, più indifesi. La speranza invece è che questi terroristi siano fermati.
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