martedì 26 luglio 2016

Il Pd prova a volare alto
ma nei territori annaspa

Il punto del direttore del 23 luglio 2016

Meno male che il Pd c’è. Verrebbe da prendere in prestito la frase, ovviamente modificata, cantata dai berlusconiani per inneggiare il padre fondatore di Forza Italia. Ma è giusto rendere merito a Giacomo Leonelli in quanto segretario del partito umbro di aver organizzato in settimana un paio di appuntamenti super affollati e su temi di interesse. Il primo ad Acquasparta dedicato a stringere un patto tra Regione e Comuni e l’iniziativa è riuscita in pieno vista l’affluenza. Il secondo alle porte di Perugia su bellezza e qualità del territorio, con interventi coraggiosi e concreti e un pubblico veramente partecipato.
Della serie quando si tratta di riempire le sedie basta organizzarsi un po' ed è stata anche una risposta a chi nelle settimane precedenti si vantava di pienoni a Trevi e in riva a Piediluco. Insomma il Pd c’è e si è visto, purtroppo restano le divisioni a livello locale e anche a livello di coalizione, vedi Foligno, Spoleto e Terni, tanto per citare le città più importanti. Sulle fratture sarebbe il caso di metterci le mani, in modo da sanarle, non certo acuirle o rintuzzarle. C’è un punto su cui vale la pena soffermarsi e che trova la piena condivisione delle persone di buon senso. Ed è l'appello fatto dalla presidente della Regione Catiuscia Marini a smetterla con il correntismo, a finirla con l'autoreferenzialità, a non chiudersi dentro il recinto del Pd bensì ad aprirsi ai temi veri che riguardano l’Umbria. Parole sante queste che però si scontrano con quanto accade tutti i giorni, in tutte le sedi, nei circoli e nelle varie amministrazioni citate. Situazioni tese, nervi a fior di pelle, dimissioni in massa e campagne acquisti varie. Insomma bene il Pd regionale dove si cerca di volare alto, di abbassare i toni, male il Pd a livello locale dove le incrostazioni faticano a sparire e dove i personalismi vincono sulle strategie.
Al di là del successo delle iniziative, qualcosa ancora cova sotto la cenere di Palazzo Donini, nel senso che pare di assistere a una tregua armata siglata con il rientro in giunta dell'assessore alla sanità Luca Barberini, tregua però legata a un rinnovamento di là da venire. Ma questo tema per ora non è all'ordine del giorno, lo si scriverà dopo Ferragosto. Oggi tanto vale godersi questo momento di calma apparente, con un pareggio, 2 a 2, sul fronte degli appuntamenti muscolari tra mariniani e bocciani, e la palla torna al centro.
Per fortuna che da qualche parte c'è chi rende l'aria politica frizzante, come ad esempio ad Assisi, dove la sindaca Stefania Proietti continua a vedere un Pd unito e compatto anche sulle sue scelte, tipo la Travicelli e Guarducci nominati assessori. E sì perché il primo cittadino che non ha nulla da spartire con la politica vecchia maniera, ha il vezzo di dire pane al pane e vino al vino. Una qualità non di poco conto, e così non si stanca di ripetere che i due assessori le sono stati “consigliati” da Perugia, cioè dai massimi vertici del Pd. Ma allora qualcosa non torna e non si capisce il punto esatto del corto circuito, e perché i piddini locali si sono così imbestialiti.
Di sicuro qualcuno non la racconta giusta e considerato che il tempo è galantuomo prima o poi si saprà la verità. Se dal vivo o sui social o in streaming non ha importanza, a patto che la diretta funzioni però. Da Perugia intanto è gradito un cenno. E in attesa chiudiamo con un auspicio che è il pensiero comune, quello semplice della gente di strada. I politici delle varie amministrazioni la smettano di litigare, di dividersi, di farsi la guerra. I cittadini chiedono di essere semplicemente governati non di assistere a spettacoli indecenti, di ripicche e veleni, ultimatum e diktat. Chi minaccia le dimissioni un giorno sì e un giorno no le dia se non ce la fa ad amministrare. Vivacchiare non serve a nessuno, anzi così facendo si fa il male di tutti. Un po' di coraggio non guasterebbe da parte di coloro che vengono eletti direttamente.

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