domenica 10 luglio 2016

Riforma delle pensioni indispensabile

Editoriale Radio Onda Libera dell'8 luglio 2016

Quasi sei milioni di pensionati (5,96) in Italia (il 38% del totale) vivono con una pensione inferiore a 1.000 euro al mese. Lo ha fatto sapere l'Inps nel Rapporto annuale presentato ieri, spiegando che questa fascia assorbe solo il 15,6% della spesa complessiva, ricevendo nel 2015 poco più di 43 miliardi di euro. Si tratta soprattutto di donne (3,95 milioni).La percentuale di chi ha redditi bassi è molto inferiore al 2014 (42,5%) perché quest'anno sono state riviste le banche dati e l'importo annuo totale è stato diviso per 12 invece che per 13 mensilità.
Nella sua relazione, il presidente dell'Istituto di previdenza Boeri è quindi tornato a chiedere interventi di contrasto alla povertà, una riforma del sistema che metta fine alle salvaguardie "costose e inadeguate", ma innescate dalla legge Fornero.
Fin qui la notizia, ora qualche commento. Perché non è proprio giusto dopo una vita di sacrifici percepire una pensione così bassa, ai limiti della sopravvivenza, soprattutto se si vive in una città dove i costi tipo affitto e bollette sono abbastanza alti. E soprattutto se la mente corre alle pensioni d'oro che lo Stato è costretto a sborsare, tipo diecimila, ventimila euro e oltre al mese. Oppure a quei pensionati baby che hanno la fortuna di godersi la pensione in età giovanile. E soprattutto se si pensa alle truffe perpetrate con la 104 o con i contributi fantasma.
E visto che il sistema previdenziale è strettamente legato a quello lavorativo, dobbiamo constatare che il job act, la riforma del lavoro, non ha prodotto i risultati sperati. Insomma sarebbe ora di fare veramente qualcosa, una riforma della previdenza seria che tenga conto delle nuove situazioni e anche delle nuove precarietà, altrimenti veramente la generazione dei quarantenni di oggi può mettersi l'anima in pace perché la pensione non la vedrà mai.

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