sabato 16 luglio 2016

Un'altra strage di innocenti

Editoriale Radio Onda Libera 15 luglio 2016

Un altro attentato terroristico, un altro attacco al cuore della Francia, un altro Batclan. Ieri sera, un tir si è scagliato a 80 chilometri orari contro la folla sul lungomare di Nizza dove erano in corso i festeggiamenti per il 14 luglio. Una corsa a zigzag per due chilometri mentre dall'interno l'autista, un giovane tunisino - poi ucciso dalla polizia - sparava con un mitra all'impazzata sui passanti. Il tutto è durato un paio di minuti, due minuti di terrore che ha provocato un massacro. Almeno un'ottantina i morti, l'ultimo dato parla di 84 e oltre cento in feriti, di cui almeno diciotto in condizioni di assoluta criticità.La prefettura, citata dalla stampa francese, parla di “attentato premeditato” e chiede agli abitanti di restare barricati in casa. E l’inchiesta sulla strage di Nizza è stata affidata alla procura antiterrorismo.
Nel tir sono stati ritrovati anche fucili automatici e granate, anche se secondo alcune fonti vicine agli investigatori si sarebbe trattato di armi "finte". Ma non è chiaro se ci fossero complici. Si parla di altri uomini ancora in fuga, ma non ci sono conferme ufficiali. Si sa solo che gli inquirenti stanno indagando per individuare eventuali complici.
La strage di ieri richiama la tragedia di novembre scorso del Bataclan, a Parigi, quando i terroristi compirono un massacro mentre la gente era a un concerto, era al ristorante o in un locale qualsiasi.

Da qualche tempo i terroristi attentano alla nostra quotidianità, ci attaccano nella nostra routine, mente ceniamo, mentre siamo al museo, mentre siamo in spiaggia, mentre passeggiamo in una serata d estate. Ormai bisogna prenderne atto e avere la consapevolezza di convivere con questi assassini; purtroppo non c'è altro da fare. Ci possiamo riempire la bocca e soprattutto augurarci che le nostre intelligence arrivino a catturarli ma, come constatiamo, è una speranza vana. Ormai le nostre vite sono legate a questi terroristi e si tratta di una guerra, di una guerra di chi vuole eliminarci. In nome di una supremazia, di una religione, di una civiltà. E quando si è in guerra ci si deve difendere se non si vuole soccombere.

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