venerdì 22 luglio 2016

Un passo avanti verso la civiltà

Editoriale Radio Onda Libera del 22 luglio 2016

Oggi parliamo di unioni civili e di un altro passo avanti verso la realtà. Nel senso che dopo la legge approvata a maggio, la famosa Cirinnà dal nome della parlamentare che l'aveva proposta, si è dovuto aspettare il decreto attuativo e dopo questo il parere del Consiglio di Stato. Ora, facendo gli scongiuri, l'ultimissimo passaggio per varare il registro e le formule da usare e da metà agosto le persone dello stesso sesso possono ufficializzare la propria unione davanti alla legge.Ormai pare cosa fatta, sono inimmaginabili altri intoppi e rallentamenti. Ma va spiegata meglio la decisione del Consiglio di Stato, decisione che ha prodotto due effetti: il primo è quello di accelerare i tempi e non è poca cosa considerati i tempi del nostro Paese per approvare le leggi e renderle soprattutto operative. E il secondo, ancora più importante è stato superato lo scoglio dell'obiezione di coscienza dei sindaci che non vogliono celebrare le unioni. Così se il primo cittadino si rifiuta l'unione potrà essere celebrata da un altro ufficiale di stato civile, questo per evitare ovviamente che si paralizzi l'attuazione della normativa. Con la legge approvata a maggio l'Italia è diventata il 27esimo Paese europeo a riconoscere legalmente le coppie dello stesso sesso.
Ora che dire di fronte a questo? Che sicuramente con grande fatica e tantissime perplessità il nostro Paese è riuscito a mettersi sullo stesso piano degli altri Stati più avanzati dal punto di vista del riconoscimento dei diritti dei cittadini. Questo il primo punto.
Poi nel merito perché il dibattito è stato intenso, sofferto, per la presenza della Chiesa e di coloro che sono convinti che solo il matrimonio inteso come sacramento sia il bene di una coppia. Questa è una posizione, lasciatecelo dire, arcaica, perché discrimina le persone che si amano, anzi le sfavorisce. Invece a nostro avviso le unioni civili sono un passo avanti verso la civiltà, quella dei diritti, della democrazia, della pari opportunità, della tutela dei più deboli. È questo momento, a prescindere da fede e religione, va apprezzato e plaudito perché mette sullo stesso piano i sentimenti senza classificare coppie di serie A e di serie B.

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