venerdì 15 luglio 2016

Dopo la tragedia, lo scaricabarile

Editoriale Radio Onda Libera del 14 luglio 2016

Dopo la tragedia ferroviaria in Puglia, il dolore e la disperazione e il conteggio preciso delle vittime, 23 i morti, la magistratura vuole vederci chiaro e l'inchiesta vuole scoprire i colpevoli. Intanto i primi provvedimenti, i primi avvisi di garanzia. E sotto accusa finiscono il binario unico, il sistema del "blocco telefonico", l'inadeguatezza di certe tratte ferroviarie e naturalmente i capistazione.
Ma questo è anche inevitabilmente il momento del rimpallo di responsabilità, di quella tecnica molto diffusa nel nostro paese che si può definire dello scaricabarile.
Dalle parti del governo fanno filtrare che la colpa del tragico incidente ferroviario e da addebitarsi alle scelte non fatte in passato. Insomma colpa dei governi passati che hanno lasciato il trasporto locale in questo stato pietoso e pericoloso. C'è anche chi, come il ministro Delrio, nell'aula parlamentare non ci sta e invita tutti a stare insieme per accelerare sui ritardi accumulati nel settore.
La Ferrotramviaria, la società che gestisce la tratta della disgrazia, se la prende con la burocrazia che avrebbe rallentato le pratiche per dare il via i lavori di ammodernamento dei binari tra Corato e Andria, nel Barese, dove è avvenuto l’incidente. Perché è questo il ragionamento: i soldi ci sono per fare i lavori per il doppio binario, quindi per la sicurezza, ma i tempi delle autorizzazioni sono infiniti, lunghissimi e quindi gli appalti non si assegnano e quindi si viaggia su linee dell'Ottocento su convogli indecenti e fatiscenti. E quindi parliamo di milioni di euro che stanno lì fermi mentre in giro accadono tragedie.
Poi c'e qualcuno che scarica sulle Regioni che devono programmare gli interventi per la richiesta di finanziamenti. Ma anche qui i governatori non ci stanno e scaricano sull'appesantimento burocratico. E ovviamente nello scaricabarile c'è anche il governo, che si discolpa dicendo di aver stanziato miliardi per la sicurezza del trasporti. Ma l'opposizione in Parlamento, i 5 Stelle, carte alla mano dimostrano che i miliardi sono stati stanziati solo al Nord e che sulla sicurezza ferroviaria il governo da tre anni non risponde a una loro interrogazione, che giustamente denuncia come si pensa all'alta velocità e si trascurano le linee che possono diventare cimiteri per i pendolari.
Insomma, con le vittime ancora calde della sciagura in Puglia, nei palazzi della politica va in scena l'ennesima pantomima con accuse incrociate e rimpallo di responsabilità. A noi sembra che quei ventitré sulla coscienza ce li dovrebbero avere tutti quelli che hanno governato a tutti i livelli la Regione Puglia.
Almeno questo. In attesa che la giustizia faccia il suo corso.

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