sabato 25 luglio 2015

Professione voltagabbana

Editoriale Radio Onda Libera del 24 luglio 2015

La politica va avanti fra malessere e abbandoni, critiche e polemiche, soprattutto trasformismo e tradimenti. Sia nel Pd che dentro Forza Italia. Nel partito di governo, Renzi non ha più i numeri in Senato per il voto sulla riforma costituzionale, in particolare sul Senato. Lo ha detto chiaramente Bersani avvertendo il premier che non vale la disciplina di partito su certe riforme, quindi 25 senatori della sinistra Pd sono pronti a votare no. 
Renzi dovrà escogitare qualcosa, non escluso resuscitare un Nazareno bis con Berlusconi, oppure accogliere le richieste della minoranza. O ancora, la terza via, e qui veniamo a quello che sta succedendo dalle parti di Forza Italia, e cioè che Verdini, a lungo fedele luogotenente di Berlusconi, ha deciso di mollare il partito e costituire gruppi autonomi alla Camera e al Senato.
Ora un giudizio su quest'ennesima mini scissione. E' indecente che parlamentari eletti con un partito e un simbolo decidano di cambiare casacca e non ci pensino minimamente a dimettersi. Per coerenza, per serietà. Non sono i primi, i verdiniani, che usano un partito come se fosse un taxi, salgono e scendono a piacimento, tanto dei cittadini che hanno votato non gli frega nulla.
In questa legislatura iniziata appena due anni fa sono stati tantissimi i voltagabbana che sono passati da un partito a un altro. In cambio di cosa? Sicuramente di una contropartita politica, tipo un posto, un posticino, uno sgabello, nel governo, nel sottogoverno e in tutti gli altri enti che sono ancora in piedi nel nostro Paese.
Torniamo al quadro generale. Il gruppetto verdiniano potrebbe non essere sufficiente per la maggioranza perché i numeri non sono tanti, una decina forse, ed ecco ricomparire all'orizzonte il Patto del Nazareno. il Nazareno-bis, così lo chiamano in Parlamento, comprenderebbe un'intesa tra il premier e Silvio Berlusconi per modificare insieme la Costituzione nonostante il no della sinistra dem. L'ex Cavaliere non vuole assolutamente una crisi di governo, teme le elezioni anticipate e spera di poter tornare a sedersi ai tavoli che contano. Fare opposizione dura non serve e aiuta soltanto Salvini. Meglio cercare di incidere sfruttando le oggettive debolezze e le divisioni nel Pd.
Vedremo se questi scenari si verificheranno oppure no, vedremo quale sarà la fine di chi cambia partito in corso d'opera tradendo a nostro avviso la volontà popolare, vedremo se questa classe politica riuscirà a fare qualcosa in più per risollevare le condizioni sempre critiche dei cittadini.

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