venerdì 3 luglio 2015

Grecia appesa a un filo

Editoriale Radio Onda Libera del 30 giugno 2015

Oggi parliamo della Grecia e del rischio di uscire dall'Europa. Il rischio di fallire, la decisione di chiudere per sei giorni le banche del Paese è stata una decisione senza precedenti, che sta mettendo in ginocchio i cittadini ellenici. Ma il timore di quello che accadrà ad Atene interessa anche altri Paesi, compreso l'Italia, e questo lo dicono anche i mercati. Bruxelles ha deciso di non trattare più con il governo di Tsipras e questo vuol dire che l'Unione europea si affida solo a quello che deciderà il referendum pro o contro l'euro.
Insomma i rapporti sono ormai saltati e il discorso, di sicuro, da tecnico si è spostato su un piano squisitamente politico, anche per mettere in difficoltà la decisione di Tsipras. E il fatto che l'Unione europea si rivolge direttamente al popolo di fatto vuol dire che chiede di sfiduciare il proprio premier in carica.
A prescindere da quello che sarà il risultato del referendum del 5 luglio, comunque, va detto che tale consultazione rappresenta un'iniziativa storica che è un precedente per il futuro dell'Unione europea. Ed è vero che si tratta di un braccio di ferro tra Bruxelles e Tsipras ma è altrettanto vero che è una lotta tra euro e dracma, la moneta precedente. Questo scenario l'abbiamo rischiato anche in Italia nel 2011 quando lo spread, diciamo così, costrinse Berlusconi a dimettersi e cedere il posto a Monti.
Oggi l'Euorpa vuole la testa di Tsipras e tornare a negoziare con un nuovo governo. La Grecia ha un debito enorme con l'Europa, frutto dei governi precedenti, ma le condizioni sono proibitive per la gente che oggi si ritrova senza soldi e senza speranze. Certo, chi sta in una confederazione deve rispettare regole e principi, ma prima di tutto gli stati che ne fanno parte devono pretendere dignità e rispetto.
Schierarsi è difficile perché se si analizzano le ragioni dell'una e dell'altra si vede che non tutti i torti stanno da una parte. E infatti Renzi oltre a una difesa d'ufficio dell'euro non dice. Una particolarità è che invece gli altri stati stanno facendo a gara per dare indicazione di voto ai cittadini greci. Di certo se il risultato sarà no, vuol dire no all'Europa, no all'euro. E questo sarebbe uno scenario che potrebbe avere l'effetto trascinamento. Ma è troppo presto per ipotizzare previsioni perché c è ancora la speranza della ripresa di un negoziato.


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