lunedì 13 luglio 2015

La scuola ha una nuova legge

Editoriale Radio Onda Libera del 10 luglio 2015

La Buona Scuola è legge. Dopo mesi di trattative e proteste, ritardi e retromarce, la Camera ha approvato in via definitiva il ddl di riforma targato Renzi-Giannini: 277 sì, 173 no e 4 astenuti nel voto finale a Montecitorio. Diciamo subito che l'approvazione era scontata visti i numeri alla Camera, e dopo il percorso travagliato al Senato dove il testo era stato blindato con la fiducia.
Ma nonostante questo il Pd, il partito di Renzi, si è spaccato. Ma questo, le conseguenze politiche, lo vediamo dopo. Ora soffermiamoci sulle novità della riforma. Allora subito le assunzioni dei precari (o almeno di una parte di essi), l’anno prossimo il resto. E cioè l’autonomia scolastica, i poteri dei presidi, la valutazione dei docenti. È questo in pratica l’impianto che il presidente del consiglio e il ministro dell’Istruzione avevano sbandierato lo scorso settembre. Anche se rispetto a quel documento programmatico tanti sono stati i cambiamenti, nel tentativo di far accettare una riforma che al mondo della scuola non è mai piaciuta. La contestazione è arrivata subito e culminata con lo sciopero del 5 maggio. Un braccio di ferro preceduto da un caos perfino sulle cifre sparate, come quella dei 150mila precari che sarebbero stati assunti, cifra poi ridimensionata di un terzo, scatenando le proteste degli esclusi.
Da apprezzare la rivoluzione meritocratica della riforma, il fatto cioè che i docenti devono essere valutati periodicamente, una specie di "pagella" anche per chi insegna. Il malcontento forte, a parte quello dei precari, è stato quello degli insegnanti che non vedono di buon occhio lo strapotere dei presidi,
Diversi sono stati i dietrofront del governo, che nel tentativo di sopire le proteste, hanno prodotto dei rinvii nell'approvazione. Ora la riforma è diventata legge ma i suoi effetti si vedranno solo tra un anno perché l'applicazione slitta al 2016. E noi diciamo che rispetto al nulla meglio una legge che potrà essere aggiustata. Perché fino a oggi i governi hanno solo parlato e promesso, di fatti se ne sono visti pochi.


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