venerdì 3 luglio 2015

Le università non sono tutte uguali

Editoriale Radio Onda Libera del 3 luglio 2015

Parliamo di università perché a contare nei concorsi pubblici non sarà solo il voto di laurea ma addirittura l'ateneo dove ci si è laureati. E quanto prevede un emendamento, appena approvato, al disegno di legge della Pubblica amministrazione in discussione in commissione in seconda lettura alla Camera, che parla testualmente di "superamento del mero voto minimo di laurea quale requisito per l’accesso" e "possibilità di valutarlo in rapporto ai fattori inerenti all’istituzione che lo ha assegnato".
La ratio della proposta è che le barriere di accesso ai concorsi non devono essere determinate solo da fattori puramente numerici, ma anche da fattori come la qualità dell'istruzione e la sede che ha rilasciato il titolo. Se ad esempio un ateneo ha la media degli studenti che si laurea con il 90, non potrà essere considerata identica a un’altra dove la media dei candidati si laurea con il 105: evidentemente i criteri di valutazione sono diversi, e bisogna tenerne conto quando si considerano i voti. Insomma non è la stessa cosa, non ha lo stesso valore se ci si laurea in un un'università di manica larga o in un ateneo più severo.
Diciamo subito che siamo d'accordo con lo spirito di quest'emendamento perché il criterio deve essere la competenza, il merito, la qualità della preparazione. E non si tratta di discriminare chi esce da un'università anziché da un'altra. Anzi si tratta di insegnare ai ragazzi a scegliere facoltà e sedi che vantano una didattica eccellente.
Le polemiche si sono subito scatenate perché finalmente il famoso pezzo di carta verrebbe ricoperto di valore anche se bisogna capire, sempre se l'emendamento sarà approvato, a quale tipo di valutazione si intende far riferimento. Le università sono giudicate dall'Anvur, ma non si sa per ora se si ricorrerà a questo sistema oppure no. La questione è aperta, anzi apertissima, e necessiterà di altri passaggi nelle aule parlamentari ma a nostro avviso si tratta di un cambiamento in meglio per le università che grazie a questo entrerebbero in competizione privilegiando la forza attrattiva e puntando sulla qualità.


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