lunedì 13 luglio 2015

I meriti del referendum greco

Editoriale Radio Onda Libera del 7 luglio 2015

Oggi è una giornata campale per la sorte della Grecia dopo il referendum vinto alla grande dal "no" alla politica economica dell'Europa e quindi il rafforzamento della leadership del premier Tsipras. Ma andiamo per ordine. Innanzi tutto la sostituzione del ministro delle Finanze: Varoufakis, ha fatto un passo indietro e la sua testa è stata sicuramente gradita da certi leader europei, in particolare dalla Troika.
Ieri pomeriggio a Parigi si sono visti la cancelliera tedesca Merkel e il presidente francese Hollande, che nonostante lo schiaffo e l'umiliazione tengono il punto. E in pratica hanno ribadito che la porta per la Grecia rimane aperta ma servono proposte immediate e la trattativa con il governo di Tsipras sarà all'insegna di solidarietà e responsabilità. 
In giornata il premier greco ha fatto sapere che ufficializzerà le sue proposte per fronteggiare i debiti. Poi nel pomeriggio ci sarà l'eurosummit dei capi di Stato e di governo dei Paesi dell'Unione europea. E in quella sede si prenderà forse una decisione, si adotterà una linea da seguire. Intanto tra domenica notte e ieri le Borse hanno lasciato sul mercato qualcosa come un centinaio di miliardi.
Le conseguenze e i riflessi di questo referendum sul resto dell'Europa rischiano di essere pesanti. Innanzi tutto la posizione di Tsipras che doveva essere spazzato via dal voto e che invece da domenica è più forte che mai. Poi la Merkel e Hollande che continuano a vedersi da soli, e su questo ci chiediamo a che titolo, chi rappresentano, non hanno più il pallino della politica economica europea. Anche se per onestà va detto che la situazione della Grecia è disperata per le politiche degli ultimi decenni, dei governi che si sono succeduti che non hanno saputo tenere i conti in ordine.
Ma il merito del referendum e ovviamente di Tsipras è anche quello di aver sollevato il problema euro, di aver posto al centro del dibattito un argomento che fino a sabato non si poteva trattare con libertà perché coloro che comandano i cordoni della borsa hanno deciso che senza euro non c'è Europa. Invece dovrebbe essere il contrario, senza l'Unione europea non ci può essere una moneta unica.
E inoltre non dimentichiamoci dell'effetto contagio perché in tutta Europa si sta rialzando prepotente la voce degli euro-scettici, che chiedono referendum su moneta unica e uscita dall'Unione. La Spagna guarda con interesse la scelta coraggiosa e di orgoglio del popolo greco. E anche l'Italia assiste con attenzione a quello che succede ad Atene. Del resto in questi due Paesi le elezioni politiche non sono lontanissime. Ma staremo a vedere, questa è fantapolitica, il referendum dei cittadini e invece una cartina di tornasole, uno spartiacque. Per l'Europa tutta.

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