venerdì 3 luglio 2015

La democrazia non può fare paura

Editoriale Radio Onda Libera del 2 luglio 2015

Ancora gelo tra L'Europa e la Grecia. Il secondo tentativo di riapertura delle trattative e il secondo programma di aiuti sono scaduti e il negoziato su una possibile nuova soluzione, si è arenato. Bruxelles segue la linea indicata da Angela Merkel, che ormai vuole aspettare l'esito del referendum di domenica prima di prendere qualunque decisione.
Nel frattempo Atene si trova in un limbo: non è coperta da un piano di aiuti, è "in arretrato" verso il Fmi e in attesa di sapere se gli Stati membri dell'Eurozona vorranno tentare un nuovo salvataggio oppure la lasceranno affondare quando il 20 scadrà il suo debito con la Bce.
Nella sua ultima proposta ai creditori, contenuta in una seconda lettera arrivata a ridosso della scadenza del programma, Tsipras aveva ribadito i suoi paletti: mantenere lo sconto Iva (30%) nelle isole, rinviare la riforma del mercato del lavoro, mantenere i contributi supplementari (Ekas) alle pensioni più basse (almeno per il 20% di quelle più povere), avviandone l'abolizione dall'autunno ed entro il 2019. Sul fronte di bilancio, offriva di ridurre la spesa militare di 200 milioni di euro per il 2016 e di 400 milioni per il 2017 e di avviare gradualmente l'aumento al 100% dell'anticipo sulla tassa sulle imprese.
Ma dopo aver preso atto del parere contrario della Merkel a discuterne prima del referendum, l'Eurogruppo chiude ogni comunicazione ufficiale con Atene e rinvia tutto all'esito del referendum. Se vinceranno i no L'Europa dovrà cambiare strategia e fare i conti con un Tsipras più forte, se vinceranno i sì allora sarà la testa del premier a rotolare e la Merkel a brindare aspettando un nuovo governo con cui rapportarsi. Tutti i Paesi guardano alla Grecia e a quello che succederà domenica.
Ma un pensiero va rivolto ai cittadini greci che si ritrovano in fila davanti ai bancomat per prelevare poche decine di euro per sopravvivere. Di sicuro è positiva a nostro avviso la decisione di Tsipras di sentire la voce del popolo in merito alla politica economica perché il referendum è l'espressione di una democrazia. E la democrazia non deve fare paura.


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