lunedì 13 luglio 2015

Cinque giorni per un accordo

Editoriale Radio Onda Libera dell'8 luglio 2015

Non è stata una giornata decisiva quella di ieri per la Grecia, è stata una tappa intermedia. Tutto è spostato a domenica prossima. Ma andiamo per ordine con gli aggiornamenti. Allora, forte del risultato del referendum, Tsipras si è presentato a mani vuote al summit di Bruxelles senza alcun nuovo piano, si è limitato a fare un'altra richiesta di intervento del fondo salva Stati per sostenere le esigenze finanziarie del Paese.
Ieri era il giorno della riapertura delle trattative per evitare l'uscita dalla Grecia dall'euro e trovare una soluzione politica ed economica alla crisi. Ma visto che non c'era nulla su cui discutere, i leader dell'Europa hanno deciso di aspettare fino a domani quando la Grecia dovrà presentare le sue proposte che saranno discusse domenica, quando si terrà un nuovo eurosummit, questa volta con tutti 28 paesi, non solo di quelli dell'eurozona. La banca europea cercherà in queste ore di fare sopravvivere le banche greche. Mentre le Borse continuano a segnare punti negativi.
Insomma la situazione non è bella, la preoccupazione è alta, cinque giorni per trovare un accordo definitivo, altrimenti le conseguenze comprendono il fallimento della Grecia e delle sue banche. Questo scenario spaventa, e non poco, anche l'Italia. Perché per esempio il nostro Paese ha un debito pubblico altrettanto enorme. Ma spaventa soprattutto l'Europa perché un indebolimento o peggio un fallimento della Grecia significa un impoverimento di tutti i Paesi dell'Unione.
Ma questa situazione obbliga anche a interrogarsi anche sul ruolo dell'Europa, che a volte pare più una struttura geografica, un insieme di Paesi che si ritrovano insieme sulla carta e nulla di più. E di fronte al caso Grecia ovviamente l'incertezza è totale perché le prospettive sono ignote. Per quanto ci riguarda non ci resta che aspettare.


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