martedì 28 luglio 2015

Lo sciopero è un diritto, non un abuso

Editoriale Radio Onda Libera del 27 luglio 2015

Oltre mille scioperi in un anno. Questo è un dato che deve far riflettere. Tutti, nessuno escluso. E' lo spunto per parlare di un diritto, diciamolo subito, sacrosanto e giusto ma l'abuso e soprattutto la scorrettezza sindacale fa male, arreca un danno gravissimo al Paese, all'economia. Ma andiamo per ordine e partiamo dal fatto. Dall'assemblea sindacale convocata lì per lì dai dipendenti degli scavi di Pompei che hanno impedito a migliaia di turisti in coda sotto il sole africano di visitare una delle bellezze storiche più invidiate da tutti gli altri Paesi del mondo. E come corollario ci mettiamo anche lo sciopero improvviso dei lavoratori dell'Alitalia che ha provocato ritardi e cancellazioni di voli.
Su questi due episodi che hanno arrecato un colpo all'immagine dell'Italia è intervenuto perfino il premier che forse anche per svicolare dalle polemiche politiche si è buttato a corpo morto sulle vicende, attaccando di petto i sindacati. In particolare, sull'assemblea dei dipendenti di Pompei ha parlato di un vero "scandalo". "Io non ce l’ho con i sindacati - ha detto Renzi - ma se continua così dovremo difendere i sindacati da se stessi". Parole non gradite dai diretti interessati. "Renzi ci risparmi le sue patetiche paternali" ha replicato il segretario della Cgil Campania Franco Tavella, mentre il leader della Uil Carmelo Barbagallo, pur dando ragione a Renzi sul merito, aggiunge che "in molte situazioni le scuse dovrebbero arrivare anche da dirigenti e politici". 
Il risultato qual è stato, a parte il botta e risposta tra il premier e i sindacati? A rimetterci è stato il Paese, la brutta figura l'ha rimediata l'Italia che nonostante le condizioni critiche in cui versano le casse pubbliche si può permettere il lusso di trattare a pesci in faccia migliaia di turisti. 

Lo sciopero è un diritto, è come tale viene messo in cima a tutto, perfino ai doveri e i numeri parlano chiaro. Dal 2009 al 2014 si sono calcolati oltre mille scioperi all’anno, non meno di mille e duecento, e cioè circa tre scioperi e mezzo al giorno. Di solito i giorni più battuti sono il venerdì e il lunedì. ma questo è un dettaglio. Per non parlare degli scioperi estemporanei: di sicuro lo sciopero dalle parti nostre ha assunto le sembianze di una cambiale, una scadenza fissa come il bollo dell'auto. 
Ma il diritto del cittadino a non essere penalizzato, del turista a non essere offeso, del cliente a non essere umiliato, del consumatore a non essere maltrattato? Questi diritti dove finiscono quando i sindacati decidono di far incrociare le braccia ai propri iscritti? Con questo non vogliamo assolutamente dire che lo sciopero sia da cancellare, vogliamo invece dire che i sindacati debbono porsi una riflessione su quanto sia ancora attuale uno strumento che arreca disagi e non sempre ottime lo scopo per cui è proclamato.

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