lunedì 26 maggio 2014

Trionfa il Pd di Renzi

Editoriale Radio Onda Libera del 26 maggio 2014

Il Pd a valanga con quasi il 41 per cento, un trionfo per Renzi che distanzia di 20 punti di Grillo. Delusione Forza Italia in calo, bene la Lega, su alla soglia di sbarramento il Nuovo centro destra e la lista Tsipras. Ecco, in attesa dei risultati definitivi, il verdetto delle urne delle elezioni europee che è lampante e inequivocabile. Mancano poche sezioni e il voto si è trasformato in un vero plebiscito per il Partito democratico il cui consenso è andato al di là di ogni aspettativa e di ogni sondaggio. Perché di questo si tratta, di un trionfo vero e proprio. E la conferma arriva dai distacchi.
Il Movimento 5 stelle, da più parti indicato come vero spauracchio per il Pd, si è fermato poco sopra il 20% (20,84%), il che significa oltre 20 punti di distacco. Altro che testa a testa, altro che "vinciamo noi": i 5 Stelle sono stati doppiati, il che pone seri dubbi sulla bontà della strategia elettorale di Grillo e company. E se il M5s non ride, Forza Italia è costretta a piangere. L’impatto di Silvio Berlusconi sul voto, infatti, è stato pressoché nullo: Forza Italia è ferma al 15,60%, in netto calo rispetto alle scorse politiche. Netto ridimensionamento degli azzurri segna forse la fine definitiva del berlusconismo.
Oltre il Pd e Renzi, però, c’è anche un altro partito che può vantarsi di aver vinto la propria sfida: la Lega Nord di Matteo Salvini, infatti, con l’avvento del nuovo segretario federale sembra aver ritrovato nuova linfa nelle urne, che hanno premiato il Carroccio con il 6%, quindi ben al di sopra della soglia di sbarramento. Sembrano assai lontani i tempi degli scandali che hanno coinvolto Umberto Bossi, la sua famiglia e tutto il vertice del partito.
Oscillano sulla lama del rasoio dello sbarramento, invece, sia la Lista Tsipras che la mini coalizione formata da Ncd e Udc. La formazione che fa riferimento al leader della sinistra greca, infatti, è poco sopra il 4%, ovvero a un passo dallo spartiacque che definisce l’entrata nel Parlamento europeo. Un risultato interlocutorio, quindi, che ha rischiato seriamente di diventare beffa. Discorso simile, ma livellato verso l’alto, per Alfano e Casini, fermi ad 4,3% (con molti voti racimolati al Sud e nelle isole) che mette entrambi in una posizione di rischio. Risultato onorevole, invece, per Fratelli d’Italia, a mezzo punto da quel 4% che avrebbe garantito l’ingresso nel parlamento Ue.
Fin qui l'analisi. Ora qualche commento, breve. Mai nella storia del centrosinistra italiano un partito si era spinto oltre la soglia del 40%, neanche ai tempi del mai di Berlinguer. Nel 1976, ad esempio, il Partito comunista italiano si fermò al 34,4%, record imbattuto fino ad oggi. Nel 1984, invece, dopo la morte del leader sardo, il Pci non si spinse oltre il 33%. In tempi più recenti, era rimasto negli annali il risultato conseguito da Veltroni nel 2008 (33%) e il 38% dell’Ulivo (più Rifondazione) nel 1996.
Da Nord a Sud senza soluzione di continuità: quello del Pd non è solo un successo numerico, ma anche geografico. I democratici, infatti, sono di gran lunga il primo partito in tutte le circoscrizioni della penisola. Cristallizzate anche gli altri due gradini del podio: non c’è parte d’Italia dove il M5s non sia secondo partito e Forza Italia terzo.
Per chiudere il dato umbro con il Pd che ha triplicato i voti di Grillo. Il Pd al 49,15%, il M5S 19,47%, FI 14,21%, Fratelli d’Italia 5,41%, Lista Tsipras 4,13%, Nuovo Centro Destra- Udc 3,37%, Lega 2,51%, Verdi 0,64%, Idv 0,49%, Scelta Europea 0,44%, Io cambio Maie 0,14. L'affluenza è stata del 70,50%. Ben più alta di quella nazionale che si è fermata poco sopra il 57. Domani i nomi degli eletti e le preferenze.


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