Servirebbe un tom tom di ultima generazione per orientarsi
in questa campagna elettorale affollata come non mai di candidati e liste,
copiosa di proclami e programmi, per niente avara di appelli sui social
network. Gli aspiranti a una poltrona macinano chilometri su chilometri,
stringono mani, elargiscono impegni. Questo il canovaccio dentro cui si muove
il teatrino della politica nostrana.
A vivacizzare le varie situazioni ci sono i sondaggi che sono sfornati con puntualità svizzera se non maniacale su questo o quel comune e prevedono percentuali espresse come numeri al lotto. Eppure quelle cifre preoccupano e galvanizzano a seconda delle parti in gioco, di sicuro fanno discutere anche osservatori, tifosi e simpatizzanti. E giù dibattiti, chiacchierate, previsioni su come andrà a finire il 25 maggio. I supporter e gli spin doctor in salsa umbra si sperticano in strategie, sciorinando formule magiche. Attenzione però a non commettere il madornale errore di confondere i contatti con i voti che solo una volta aperte le urne si contano. E dopo averli contati arriva il momento di pesarli. Comunque da questa prima settimana l'incognita che serpeggia dal nord al sud dell'Umbria è il valore, l'appeal del Movimento 5Stelle. Dopo l'exploit alle politiche di poco più di un anno fa quando si piazzò al secondo posto con il 27,5 per cento, il timore per le forze politiche da sempre presenti sulle piazze, centrodestra e centrosinistra, è che con il crescente distacco dei cittadini dalla politica e con l'eventuale alto tasso di astensionisti a beneficiarne saranno appunto soprattutto i seguaci di Beppe Grillo. Una teoria che si sente con insistenza in giro è che una cosa sono le elezioni europee, un'altra le amministrative, quindi un probabile successo dei pentastellati è giustificabile nel primo caso, ma non immaginabile nel secondo. Forse sarà così, forse no. Di sicuro è che azzardare pronostici può essere rischioso perché ogni voto è un fatto a sè (e questo vale anche per il turno di ballottaggio). Comunque è vero che le due elezioni sono diverse perché i significati, i rappresentanti che si scelgono sono diversi. Quelli per Strasburgo sono parlamentari che dovranno occuparsi della politica europea e purtroppo l'Europa è percepita ancora come un'istituzione lontana. Sbaglio grosso come una casa perché da tempo l'Unione incide nelle nostra vita condizionandola e determinandola.
A vivacizzare le varie situazioni ci sono i sondaggi che sono sfornati con puntualità svizzera se non maniacale su questo o quel comune e prevedono percentuali espresse come numeri al lotto. Eppure quelle cifre preoccupano e galvanizzano a seconda delle parti in gioco, di sicuro fanno discutere anche osservatori, tifosi e simpatizzanti. E giù dibattiti, chiacchierate, previsioni su come andrà a finire il 25 maggio. I supporter e gli spin doctor in salsa umbra si sperticano in strategie, sciorinando formule magiche. Attenzione però a non commettere il madornale errore di confondere i contatti con i voti che solo una volta aperte le urne si contano. E dopo averli contati arriva il momento di pesarli. Comunque da questa prima settimana l'incognita che serpeggia dal nord al sud dell'Umbria è il valore, l'appeal del Movimento 5Stelle. Dopo l'exploit alle politiche di poco più di un anno fa quando si piazzò al secondo posto con il 27,5 per cento, il timore per le forze politiche da sempre presenti sulle piazze, centrodestra e centrosinistra, è che con il crescente distacco dei cittadini dalla politica e con l'eventuale alto tasso di astensionisti a beneficiarne saranno appunto soprattutto i seguaci di Beppe Grillo. Una teoria che si sente con insistenza in giro è che una cosa sono le elezioni europee, un'altra le amministrative, quindi un probabile successo dei pentastellati è giustificabile nel primo caso, ma non immaginabile nel secondo. Forse sarà così, forse no. Di sicuro è che azzardare pronostici può essere rischioso perché ogni voto è un fatto a sè (e questo vale anche per il turno di ballottaggio). Comunque è vero che le due elezioni sono diverse perché i significati, i rappresentanti che si scelgono sono diversi. Quelli per Strasburgo sono parlamentari che dovranno occuparsi della politica europea e purtroppo l'Europa è percepita ancora come un'istituzione lontana. Sbaglio grosso come una casa perché da tempo l'Unione incide nelle nostra vita condizionandola e determinandola.
Le elezioni per il rinnovo di sindaci e consigli comunali
sono invece sentite più vicine dalla gente perché si tratta di votare coloro
che governeranno i nostri paesi, le nostre città. E i candidati si conoscono,
non sono personaggi che vivono e lavorano in altre città, in altre regioni. Per
la verità qualche eccezione c'è e in parecchie liste. Questo a dimostrare che
esisteva una certa difficoltà a trovare i 32 candidati e quindi si è agito
riempiendo le caselle con i parenti e gli amici (ci sono casi anche di
aspiranti consiglieri comunali che manco si possono votare perché residenti in
un altro comune).
Ma le curiosità di questa campagna elettorale sono tante.
Come ad esempio i ticket, gli abbinamenti cioè di convincere i cittadini a
votare un candidato e una candidata, per garantire la quota di genere. E allora
si scopre che i partiti nello scegliere il nome da portare fanno confusione, o
meglio correnti e pezzi di partito garantiscono a tizio o caio di
"portarlo" aumentando il disorientamento e dando vita a un
mercanteggiamento vero e proprio. Questo sempre alla faccia dei programmi, dei
contenuti, delle cose da fare.
Per non parlare dell'affollamento di big, ministri in
primis, che si rendono protagonisti di tour elettorali in appoggio a questo o
quel candidato. Questi illustri politici di caratura nazionale vengono portati
in giro per l'Umbria come se fossero madonne pellegrine, in poche ore vanno da
Gubbio a Orvieto, incitando i candidati e mettendosi in posa per la classica
foto di rito. Ci piacerebbe che questi signori, dopo il 26 maggio, si facessero
rivedere per parlare dei problemi dell'Umbria, per mettersi a disposizione
delle istituzioni e dei cittadini.
Un altro aspetto discutibile riguarda i comunicati che
stilano alcuni candidati. In questo periodo, cioè ogni cinque anni quando si
vota, i consiglieri che chiedono la conferma del posto diventano grafomani. E
intervengono su tutto, propongono di più e annunciano il massimo. Due esempi:
un consigliere e anche un candidato a sindaco hanno scritto una nota per dire
che assistono da spettatori ad alcuni eventi del festival del giornalismo o
alla manifestazione dei maestri del lavoro. E chissanefrega viene da dire. Un
altro ha pensato (parola grossa questa) di andare al canile per farsi una foto
con qualche dudù e stamparla su uno dei santini da consegnare agli elettori.
Anche in questo caso viene da dire chissanefrega.
Ai signori sopracitati un consiglio. Appendete l'ambizione e
la presunzione di fare i politici. Siete solo ridicoli. A chi si comporta così
viene da ricordare che cca nisciuno è fesso. Gli elettori non sono fessi. Da un
bel po' di tempo ormai, per fortuna.
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