domenica 11 maggio 2014

Tanto social, pochi comizi
e per fortuna niente nominati

Il punto del direttore dell'11 maggio 2014

Ancora due settimane di campagna elettorale. Due settimane di propaganda e appelli, santini e cenette, polemiche e confronti. Pochi, fino a oggi, i manifesti e le vele, pochissimi i comizi e le grandi abbuffate. Si preferiscono i porta a porta, gli aperitivi, i rinfreschi, le mini riunioni. In compenso tecnologia a valanga, facebook, whats app e twitter, in genere tanto social network. Ecco, questo lo spaccato dell'atmosfera durante la vigilia del voto nella nostra regione. Per il resto, routine assoluta.
Due aspetti li vogliamo però sottolineare, distinguendo il significato delle due elezioni. Quelle europee sono importanti, decisamente importanti, in questo periodo storico. Perché l'Europa è l'unico modello che ci permette di guardare avanti, di restare ancorati a un sistema di identità che va dalle politiche comunitarie all'utilizzo di una sola moneta. Di solito le istituzioni europee erano le panchine dei politici che non avevano più nulla da dare e da dire alla politica nazionale. Per questa tornata qualche partito ha deciso con coraggio di chiedere a parlamentari nazionali di mettersi in discussione, di accettare la candidatura per Strasburgo non tanto per fare numero bensì per correre veramente e in caso di elezione anche di dimettersi dal seggio di Montecitorio o Palazzo Madama. Un'inversione di tendenza, un cambio di rotta che se percorso fino in fondo potrà avere il merito di restituire un pizzico di credibilità alla politica. Certo, non è sufficiente perché questa linea non è stata abbracciata da tutti i partiti e quindi va riconosciuto al Pd di averci messo la faccia in quest'operazione e speriamo che la coerenza non sia un optional e che la promessa sia mantenuta. Peccato che le altre forze non abbiano dimostrato di avere la stessa sensibilità e lo stesso rispetto. Anzi hanno utilizzato il solito criterio e cioè quello di inserire nelle liste nomi di richiamo e incompatibili, compresi ministri, solo per acchiappare voti e poi in caso di elezione mandare in parlamento europeo le seconde e le terze linee. Un modo questo che testimonia come l'Europa sia considerata meno appetibile, quasi un luogo dove mandare a svernare con un compenso dorato i politici o anche un "ospizio" dove sistemare quelli a fine carriera.
Passando all'altra consultazione, quella per le amministrative, il clima della campagna è pressoché identico anche se la posta in palio, il governo delle città, interessa di più. Perché si tratta di scegliere da chi fare amministrare i nostri campanili, perché a chiederci il voto è gente che conosciamo, che incontriamo, di cui sappiamo qualcosa, perché importa più quello che succede a casa nostra che quello che accade mille miglia lontano da noi. In merito a quest'ultima percezione non dovrebbe essere così perché l'esercizio del voto significa avere il potere di indicare da chi farsi rappresentare. E non ci sono elezioni di serie A e di serie B. Quelle europee sono tanto decisive e importanti quanto quelle comunali.
A rifletterci, nella vita delle persone incide molto di più la politica comunitaria che quella locale. Chiusa la parentesi. A proposito delle liste qui il metodo di scelta dei candidati è stato più variegato e per la riduzione dei numeri dei posti nei consigli comunali delle città più grandi la lotta politica si è fatta più aspra. A rendere più frizzante la situazione c'è stata qualche trovata che ha destato ilarità sia per il contenuto che per il committente. Per esempio tra i candidati forzisti è circolato il patto di fedeltà, una lettera di impegno in caso di elezione a non cambiare partito. Della serie, da che pulpito viene la predica... E ovviamente in parecchi non l'hanno firmato e tra chi lo ha sottoscritto c'è chi pensa che sia carta straccia dal momento che a proporlo è chi ha cambiato più volte partiti e casacche. Comunque, in conclusione, pur diverse le due consultazioni hanno in comune un dato fondamentale che va rimarcato e apprezzato. E cioè il sistema elettorale che non permetterà di eleggere nominati ma esponenti scelti dai cittadini, grazie alle preferenze. Il 25 maggio la gente potrà decidere chi sarà il sindaco e da chi sarà composto il consiglio comunale, quali saranno i vertici dei parlamento europeo.

Nessun commento:

Posta un commento